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Mercoledì, 24 Aprile 2024
 
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Vaccari Magazine: ricerca e innovazione in filatelia

E' uscito in queste in queste settimane il volume n. 43 di Vaccari Magazine, il semestrale di filatelia e storia postale edito dall'omonima società di Vignola, sempre arricchito da firme prestigiose. Dopo oltre vent'anni, la rivista diretta da Paolo Vaccari si conferma fonte di informazione e cultura, contenitore di studi e ricerche, nonchè palcoscenico per la presentazione di vere e proprie scoperte e rivelazioni. Proprio ciò che accade con il numero appena distribuito agli abbonati, nel quale, tra gli altri, si narrano inediti passaggi della storia dell'ufficio postale di Tenin (Knin in croato) durante l'occupazione italiana del 1941 o della istituzione del "decimo di guerra" a Modena che ha finalmente spiegato alcune incongruenze tariffarie del periodo 1848-1849.

Vaccari Magazine: ricerca e innovazione in filatelia

Pubblicato alcune settimane fa, in concomitanza con la consueta edizione di Maggio del convegno di Verona, Vaccari Magazine raggiunge il non poco invidiabile traguardo del 22° anno di vita.

Il volume n.43 della rivista di informazione filatelica e storico postale edita da Vaccari, contiene come sempre una quantità (ma soprattutto una "qualità") di articoli di prim'ordine oltre a qualche interessante rivelazione. A dimostrazione che l'attività di studio e ricerca in ambito filatelico è qualcosa in perenne divenire, un work-in-progress continuo, in grado non solo di avere ancora "qualcosa da dire" ma anche di produrre nuovi risultati e nuove scoperte.

Come fa, ad esempio, Carlo Giovanardi che proprio dalle pagine di Vaccari Magazine tratta un argomento poco noto del grande capitolo della II Guerra Mondiale, ovvero scampoli di storia postale della cittadina già serba di Knin (in italiano Tenin) che nel 1941 venne prima occupata dagli Italiani e successivamente passò nelle mani dei croati. La scoperta riguarda un annullo postale di foggia sicuramente italiana "Tenin Poste (Dalmazia)" del quale non si parla in alcuno studio sulle occupazioni.

Un'altra interessante rivelazione la fa Lorenzo Carra: grazie alla scoperta di documenti originali dell'epoca, l'autore ha spiegato quella strana incongruenza nelle tariffe postali del regno estense, durata alcuni mesi a cavallo tra il 1848 e il 1849, nel periodo ciè che precedette l'unificazione e che si sintetizza nel titolo:  "Anche a Modena il decimo di guerra"! Alcuni decreti di Francesco V, Duca di Modena, svelano infatti come per affrontare le spese di guerra (si tratta della II Guerra d'Indipendenza) lo stato autorizzò l'aumento di "un decimo" su tutte le imposte indirette, tra le quali evidentemente rientravano quelle per usufruire dei servizi postali. Da qui spiegate alcune tariffe stranamente aumentate proprio di un decimo rispetto a quelle previste dai tariffari dell'epoca. Ma la lettura dell'articolo di Carra è anche un bell'esempio di come affrontare una ricerca storico-postale, spulciando e analizzando documenti (quelli dell'Archivio di Stato di Modena) non direttamente connessi alla materia postale.

Per quanto "I bolli a doppio cerchio "Via di Mare" di Livorno" siano già conosciuti da tempo, la spiegazione della loro natura e i motivi del loro utilizzo restano un piccolo mistero, mancando appunto la normativa d'appoggio. Almeno fino ad oggi, dato che Alberto Càroli, nella prima parte del suo articolo, rivela un documento proveniente dall'Archivio di Stato di Firenze nel quale non solo si scopre che tali bolli recavano le lettere dalla A alla F (sono ad ora conosciuti solo quelli A, B e C) ma se ne fornisce anche la spiegazione e gli ambiti di utilizzo.

Naturalmente ai frutti della ricerca si affiancano studi su argomenti già ampiamente conosciuti, ma pur sempre di grande interesse, e che vengono pubblicati "a puntate" sulla rivista Vaccari.
Così sull'ultimo numero si può leggere ancora dei "Rapporti postali cdel Regno Lombardo Veneto con lo Stato Pontificio 1815-1866", terza parte dell'articolo di Lorenzo Carra (comprendente decine di corrispondenze, tutte rigorosamente "spiegate") dedicato al periodo che va dal 1846 al 30 settembre 1852; o la quinta parte delle "Considerazioni storico-postali" di Mario Mentaschi, in cui prendendo spunto da una strana busta affrancata con il prezioso 50 grana delle Province Napoletane (alla fine si scoprirà un'applicazione fraudolenta posteriore, ad uso e consumo di qualche sprovveduto acquirente), spiega che, anche quando tutto possa far pensare ad una manipolazione, in realtà grazie ad un'analisi approfondita e alla conoscenza della storia del periodo, si possano ancora spiegare capitoli molto interessanti del Regno d'Italia. E ancora sui "Transfer del 15 centesimi litografico 1863 del 1° tipo", terza parte dell'articolo di Adolfo Baffi sulla ricostruzione delle tavole del francobollo realizzato dal Matraire.
E mentre Giovanni Boschetti torna sulle "Tariffe di "raggio limitrofo" tra Sardegna/Italia e Francia" (illustrando le tre convenzioni postali in atto tra i due stati, le tariffe postali relative e alcuni documenti originali) e Vito Mancini spiega un capitolo della storia prefilatelica del Regno di Napoli (in particolare del trattamento di una lettera fermo-posta da Padova a Napoli nel 1844), Alberto del Bianco conclude il suo articolo sul "Servizio Riscossioni" (analizzando le tariffe del periodo repubblicano, dal 1947 sino all'ultimo cambio tariffario del 1997, e i modelli 489 e 490 utilizzati per questo servizio poco conosciuto) e Luigi Sirotti nella sua "Storia postale d'Italia" scrive ancora di "Corrispondenza civile nella Venezia Giulia" con particolare riferimento al periodo 15 agosto 1945 - 15 settembre 1947 della Zona B sotto Governo Militare Jugloslavo, illustrando le emissioni del periodo, tra cui la famosa "Istria-Littorale Sloveno".

Ulteriori considerazioni sullo "Scambio di corrispondenza tra lo Stato Pontificio e il Regno di Sardegna" le fanno A. Ferrario, M. Manzoni e A. Teruzzi sulla scia di quanto già scritto nel volume precedente, analizzando adesso le tassazioni sugli instradamenti delle corrispondenze che oltre alla via di Toscana potevano effettuarsi anche con la mediazione austriaca attraverso il Lombardo Veneto ed in particolare "via Milano".
Con Massimiliano Ferroni si resta nell'ambito delle vicende intorno alla II Guerra d'Indipendenza con "Il cambio delle tassazioni in Lombardia e nelle Romagne da poco liberate", ovvero non solo il passaggio di valuta, dai soldi lombardo-veneti a quelli italiani, ma anche la sostituzione del "tampone" alle indicazioni manoscritte dei segni di tassa.

Francesco Lombardo
scrive una nuova pagina di storia postale del Regno delle Due Sicilie, descrivendo una lettera del luglio 1860 da Catania ai Paesi Bassi (l'unica lettera conosciuto verso tale destinazione). Oltre alla spiegazione tariffaria, è interessante seguire il viaggio (anche storico, dato che proprio in quei giorni Garibaldi e i suoi Mille stavano completando l'occupazione dell'isola) di questa lettera che raggiunse Messina prima di essere imbarcata su un postale francese diretto a Marsiglia.
E sempre di Regno delle Due Sicilie si può leggere nel pezzo di Emilio Simonazzi che illustra e spiega alcune "Tariffe insolite" del 1859 e realizzate con i "Testoni" dell'incisore Tommaso Alojsio Juvara.
Giuseppe Pallini, nelle sua rassegna sui bolli postali usati dall'ufficio postale di Siena nel periodo del Regno d'Italia, scrive (sostenuto da molte immagini a colori) dei "Bolli tondi "provvisori" del primo novecento" della città toscana, ma anche degli uffici di Livorno e Grosseto. Stefano Alessio, invece, scrive di storia potale del Regno di Sardegna ed in particolare  di "Segnatasse e precursori" nel periodo 1851-1857, ovvero dell'uso delle etichette rosa "mod. 200 bis" sulle lettere, per indicare le tasse dovute dal destinatario delle corrispondenze.

E, nonostante le vicende narrate risalgano alla seconda metà del '900 e non siano confrontabili con quelle ottocentesche di cui è pregno l'intera rivista, le origini del Museo Postale e telegrafico (oggi Museo Storico PT) fanno sempre parte della storia dei servizi postali del nostro paese. A scriverne è Fabio Bonacina (direttore di Vaccari News, la testata online di attualità filatelica dello stesso editore di Vaccari Magazine) che, partendo dall'inaugurazione del 21 giugno 1959, ripercorre tutta la storia del "nostro" museo postale, che nonostante "le idee e gli auspici" dei fondatori, e dopo l'inaugurazione-bis del 1982 (con il trasloco dalla sede di Roma Prati a quella attuale dell'Eur), resta oggi una struttura (dipendente dal Ministero dello Sviluppo Economico) priva di identità e prospettive per il futuro.

Infine, tocca a Paolo Vaccari (editore e direttore della rivista) completare il Magazine sia con le rubriche "Nuove Segnalazioni", "Segnalazioni di rucchi, Falsi o Altro" e la rassegna dei più prestigiosi "Francobolli dell'800 e del '900", sia proponendo una nuova classificazione del 25 cent. delle Poste Estensi (che introduce la nuova tonalità "paglierino") che verrà ripresa dal prossimo catalogo Vaccari 2011-2012.

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