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Domenica, 05 Maggio 2024
 
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Un albero di Natale carico di francobolli. Auguri da Cronaca Filatelica

E' arrivato in questi giorni nelle edicole italiane l'ultimo numero dell'anno di Cronaca Filatelica. 112 pagine dedicate alla filatelia italiane ed internazionale con una copertina che non poteva, naturalmente, mancare di festeggiare le ormai imminenti festività. Ed allora, quest'anno, spazio all'altro simbolo natalizio che dopo il Presepe rappresenta in pieno lo spirito di questa festività cristiana: l'abete, rigorosamente addobbato con francobolli. La cover story ricorda come si è evoluto nel tempo il significato dell'albero, da laico a religioso e dei numerosi francobolli natalizi emessi in tutto il mondo. Non mancano articoli di storia postale (ritornano, graditi, i Quaderni di CF, un inserto centrale di 12 pagine dedicato agli Uffici Postali nell'Impero Ottomano), attualità (sul recente convegno in Vaticano sullo stato della filatelia) e gli auguri ad una firma famosa come Nino Barberis che ha appena compiuto 90 anni.

Un albero di Natale carico di francobolli. Auguri da Cronaca Filatelica

Anche quest'anno è arrivato il Natale. Nella maggior parte delle famiglie italiane il simbolo tradizionale della principale festività religiosa cattolica è il Presepe, una (più o meno) piccola rappresentazione della Natività a dimensione domestica.

Ma da diversi anni, ormai, al Presepe si accompagna l'albero di Natale. Anzi, l'abete di Natale, la sempreverde conifera che, addobbata per l'occasione con svariati francobolli natalizi dei paesi italiani e della Svizzera, fa bella presenza sulla copertina di Cronaca Filatelica di Dicembre, appena uscita in edicola.

"L'Abete divino: dai riti di sangue ai riti di bontà", è il titolo con il quale Danilo Bogoni apre questo numero natalizio. Fu proprio un abete ad essere "trasformato in simbolo religioso prima da San Bonifacio e poi da Papa Wojtyla". La storia, infatti, vuole che Bonifacio, durante uno dei suoi viaggi, incontrando poco prima di Natale un gruppo di pagani intenti ad un sacrificio riuscì a distoglierli dal sanguinolento rito invitandoli, piuttosto, ad adorare un giovane abete che sorgeva nei pressi. Da allora, seppur trasformato dai secoli in simbolo laico, l'albero natalizio è sempre stato vivo nelle celebrazioni natalizie dell'Europa del Nord. Fino a quando Giovanni Paolo II l'ha riportato in auge affiancandolo, in Piazza San Pietro, al consueto Presepe.

L'Albero di Natale, addobbato per le feste, oppure nella sua versione invernale completamente innevato, compare da qualche anno anche sui francobolli italiani emessi rigorosamente in coppia: da una parte il soggetto religioso (scene di natività riprese perlopiù da quadri famosi) dall'altra proprio l'Abete natalizio. Un dualismo, "tra religioso e laico, sacro e profano" che si ritrova anche nei francobolli "Buon Natale 2008" di tutto il mondo cristiano: "tra alberi, dipinti di Natività e presepi", scrive Bogoni, "sono tanti i paesi che sdoppiano la propria emissione".

Erano trascorsi alcuni giorni dal Natale, quello del 1908, quando uscì nelle edicole italiane il primo numero del Corriere dei Piccoli, quella che sarebbe diventata la più famosa rivista a fumetti. Noè Castagnaro in "Corriere dei Piccoli, cent'anni d'allegria" ripercorre il secolo trascorso da quel 27 dicembre di un secolo fa, recentemente festeggiato attraverso il francobollo italiano da 60c dello scorso novembre, sul quale non potevano certo mancare sia la copertina a colori del mitico "numero 1" sia i personaggi che fecero la storia del Corrierino: dal Signor Bonaventura a Valentina.
Una rivista davvero fortunata grazie a strategie editoriali azzeccate come la presenza delle grandi firme del fumetto e della letteratura italiana ed europea, da Sergio Tofano ad Ada Negri. Una rivista, per quei tempi, veramente innovativa come spiega Giovanna Ginex, storica dell'arte per la Fondazione Corriere della Sera, intervistata da Cronaca Filatelica: "il Corriere dei Piccoli non segna la nascita del fumetto italiano bensì l'inserimento massiccio di questo racconto sequenziale illustrato in un giornale a larga tiratura".

E "il rapporto francobolli-fumetti? Non proprio idilliaco" approfondisce filatelicamente Castagnaro: "una sola emissione italiana nel 1996" mentre in numero decisamente superiore i dentelli realizzati da San Marino ai quali lavorò anche un grande artista italiano come Jacovitti. Dalla Repubblica del Titano, era il 1970, vengono anche i primi francobolli dedicati ai personaggi di Walt Disney. Ma "quant'è cambiata la vita di Topolino dal 1928 ad oggi!", conclude l'articolo: "spesso celebrato attraverso i francobolli, Mickey Mouse all'inizio era tutt'altro che buono". Si perchè sono stati proprio gli italiani (a dirlo è Luca Boschi, uno dei più autorevoli fumettisti italiani ed esegeta di Topolino) a trasformare il topastro nell'eroe buono che tutti oggi conosciamo.

Non poteva certo mancare la celebrazione dei 90 anni di Nino Barberis, grande collezionista ma soprattutto animatore di Filgiovani, l'ormai tradizionale ed immancabile "stanza" dedicata da Cronaca Filatelica alla filatelia giovanile (il suo primo articolo risale al febbraio 1979). Una vita filatelica pienissima (anche dal punto di vista editoriale e giornalistico, con articoli pubblicati su riviste e notiziari di tutta Italia) che lo ha fatto diventare un vero e proprio punto di riferimento, autorevole ed ascoltato dalla filatelia italiana. E i programmi per il futuro? "Quando andai in pensione ", spiega il festeggiato, "in una facciata interna di una libreria ho messo una nota con una ventina di punti di cose da fare. Nessuno di questi punti è stato evaso, perchè giorno per giorno programmavo qualcosa di nuovo, come sto facendo adesso".

Per il momento, nulla è cambiato naturalmente, tant'è vero che "Nino" torna a pagina 7 con il suo Filgiovani anche questa volta con un titolo che rispecchia la realtà filatelica italiana: "A chi lascio i miei francobolli?". Il quesito gli è stato rivolto da un collezionista in avanti con l'età al quale non è riuscito di coinvolgere nell'hobby figli o nipoti. E allora, si chiede il lettore, a chi destinare la collezione accumulata per decenni? Secondo Barberis si tratta senz'altro di un "doloroso aspetto della filatelia" ed invita "i filatelisti già in avanti con gli anni come me" a guardare oltre la ristretta cerchia familiare, provando magari a coinvolgere altri giovani che frequentano il circolo cittadino!

Ampio spazio è dedicato al recente seminario d'ottobre in Vaticano sullo stato della filatelia. Gabriele Fabris in "AAA - Cercasi cura per la filatelia" riassume i numerosi e qualificati interventi che si sono succeduti nell'intera giornata di dibattito organizzata dall'Ufficio Filatelico e Numismatico della Città del Vaticano. Tante le proposte "dalla promozione di novità filateliche più allegre, magari con l'ausilio di Internet, alla rivalutazione del francobollo a scapito delle TpLabel, dal problema delle mostre antiquate all'eventualità di revocare la validità postale ai francobolli vaticani in lire". Molte riflessioni, quindi, e condivisione di scenari futuri e strategie da parte degli intervenuti. Tranne che sull'ultimo argomento: i commercianti, quasi totalmente, hanno dichiarato senza mezzi termini che la validità postale illimitata non debba essere eliminata. Pena una forte ulteriore depressione del valore commerciale dei francobolli vaticani.

Torna su CF, dopo tantissimo tempo, una gustosa iniziativa: i "Quaderni di Cronaca Filatelica", l'inserto centrale della rivista dedicato a "Gli uffici postali italiani nell'Impero ottomano". 6 pagine in cui Mario Chesne Dauphinè tratta in maniera esaustiva la filatelia e la storia postale degli uffici postali che l'Italia, come altre potenze dell'epoca, aprì in varie località dell'Impero turco. Un periodo che prende le mosse il 18 aprile 1908 quando 5000 fanti della Marina Italiana si concentrarono nel porto di Gaeta pronte a salpare verso le coste turche. Una dimostrazione di forza che ebbe effetto immediato: la "Sublime porta", infatti, accettò senza condizioni l'apertura di uffici postali sul proprio territorio a beneficio dei tantissimi italiani presenti in Turchia per motivi economici e commerciali. Almeno sino alla completa abolizione del cosiddetto Regime delle Capitolazioni, accordo che permise al Regno d'Italia di emettere per i suoi uffici nel Levante ottomano ben otto emissioni, tra francobolli ed interi postali.

Infine, anche se CF propone ancora tantissima informazione ed attualità filatelica italiana ed internazionale, "Uno sguardo al mercato" con Sebastiano Cilio che titola la sua stanza "Evviva la Repubblica!". "La speranza", spiega il presidente della Borsa Filatelica Nazionale, "è che l'anno nuovo segni una ripresa del collezionismo, favorita anche da prezzi abbastanza contenuti, che non sono mai stati così bassi negli ultimi anni". Oggi, infatti, "con un'oculata pianificazione degli acquisti" i collezionisti hanno la possibilità non solo di completare le loro collezioni con modica spesa ma anche di acquisire quei "pezzi forti" (che continuano, peraltro, a mantenere i prezzi!) grazie al risparmio ottenuto sugli acquisti di materiale meno pregiato.

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