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Sabato, 18 Maggio 2024
 
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Cronache di Posta

Poste Italiane partner tecnologico dello Stato

Lo scorso 12 febbraio, a Napoli, Poste Italiane e Ministero per l'Innovazione hanno siglato un protocollo d'intesa che prevede l'istituzione di un gruppo di lavoro finalizzato all'introduzione di soluzioni innovative nei rapporti tra cittadini e P.A., come la realizzazione della carta d'identità digitale o il cosiddetto francobollo elettronico. Ma proprio su quest'ultimo, abbiamo rilevato un curioso controsenso: non si tratterebbe affatto di un "francobollo"! Sempre a Napoli, l'AD Massimo Sarmi ha presentato ufficialmente il nuovo Polo Tecnologico che rientra in una serie di grossi investimenti che Poste Italiane sta realizzando con l'obiettivo di trovarsi preparata alla scadenza del 1° gennaio 2009, quando i mercati postali europei saranno definitivamente liberalizzati.

Poste Italiane partner tecnologico dello Stato
Si è parlato molto negli ultimi giorni di un importante "agreement" tra Poste Italiane e il Ministero per le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione. Così tanto che ho preferito attendere la pubblicazione di qualche documento ufficiale che non fosse un mero comunicato stampa, prima di poter scrivere qualcosa di coerente e sensato. Ed, infatti, ho potuto verificare un controsenso rispetto a quanto ampiamente scritto enfaticamente da altri media. Lo scoprirete leggendo più avanti.

Tanto per incominciare il Ministero per le Innovazioni nella PA è la nuova denominazione che il governo Prodi ha attribuito all'ex Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie. Tecnicamente si tratta di un Dipartimento alle dipendenze della Presidenza del Consiglio, retto tuttavia da un Ministro senza portafoglio (attualmente, il professor Luigi Nicolais) che ha tra le sue linee programmatiche il miglioramento della qualità dei servizi ai cittadini, la riduzione dei costi della macchina amministrativa, l'aumento della partecipazione dei cittadini alla formulazione di decisioni pubbliche più efficaci, la semplificazione degli adempimenti amministrativi e relativa riduzione degli oneri burocratici a carico di cittadini e imprese.


Un momento della firma dell'accordo tra
Luigi Nicolais e Massimo Sarmi (fonte: TG1)
Ed è proprio nel raggiungimento di questi obiettivi che si inserisce il recente accordo di programma tra il Ministero e Poste Italiane, siglato a Napoli lo scorso 12 febbraio attraverso il quale la società di Massimo Sarmi diviene un partner tecnologico privilegiato per la Pubblica Amministrazione italiana.

Il protocollo d'intesa, che per il momento prevede appunto solo "intenti" e la creazione di gruppi di lavoro presso le due organizzazioni, oltre al perseguimento di interessi pubblici contiene però spunti interessanti che possono riguardarci sia come semplici cittadini sia come filatelisti.

In modo particolare è prevista una collaborazione tra Ministero e Poste per la realizzazione di alcuni prodotti tecnologicamente "innovativi" come ad esempio la carta d'identità elettronica, l'accesso sempre più ampio alla posta elettronica certificata e, dulcis in fundo, la creazione del francobollo elettronico (il cosiddetto Digital Post Mark, già realtà consolidata in molti altri paesi come gli USA).

Naturalmente, per il momento, non c'è nulla di più se non un "accordo", ma non ci resta che rimanere allertati, poichè improvvisamente potremmo ritrovarci a strabuzzare gli occhi di fronte ad una lettera affrancata con un bel francobollo digitale. Anche se... ho la sensazione che il DPM sarà utilizzabile esclusivamente dai "grandi utenti" lasciando, noi "piccoli utenti", a gioire dei soliti quintali di francobollini emessi quasi settimanalmente!

Tuttavia, su questo argomento, vorrei sottolineare un curioso controsenso, che potrebbe annullare del tutto i festeggiamenti per l'arrivo del "francobollo elettronico". Leggendo, infatti, il Company Profile realizzato appositamente per l'evento del 12 febbraio (v. links in calce), sono stato  attirato da tre paroline magiche: Timbro Postale Digitale. Il profile recita così: "Un altro esempio di come l'azienda sia oggi all'avanguardia sullo scenario mondiale, è il Timbro Postale Digitale (Digital Postmark), sviluppato ancora una volta con Microsoft per l'Universal Postal Union (l'organizzazione di cui fanno parte 189 Paesi del Mondo). Presentato in anteprima al Post-Expo di Amsterdam, il servizio garantisce alle comunicazioni digitali la certificazione sull'integrità del contenuto". Una lettura "tranquilla" di questo periodo, in realtà mette in forte discussione che il Digital Postmark sia in realtà un "francobollo" prodotto per via telematica, rimanendo soltanto un eufemistico termine per indicare la "certificazione di integrità" di un oggetto di corrispondenza "digitale" (come una email).
Il francobollo elettronico pertanto non sarebbe affatto un francobollo, come da più parti è stato detto!
E come se non bastasse, a conferma di questa mia sensazione, di Digital Postmark se ne parla addirittura sul sito di Poste, in maniera chiarissima ed esauriente come una tecnologia che garantisce sicurezza su "documenti elettronici" e nient'affatto cartacei!

Ma il 12 febbraio a Napoli non s'è parlato solo di "desideri per il futuro". Poste Italiane ha orgogliosamente mostrato al Ministro Nicolais il nuovissimo e fiammante Polo Tecnologico installato nel Palazzo delle Poste del capoluogo partenopeo.


Interno di una Control Room
(fonte: Poste Italiane)

Come dice lo stesso nome, c'è molto poco di postale in questa struttura, che sembra in realtà un centro di sviluppo e fornitura di soluzioni informatiche a terzi. Ed infatti, il Polo si divide in tre aree: il Technical Customer Service, il Centro di sviluppo per i servizi innovativi e il Centro di controllo tecnologico.

Il primo è appunto un centro di customer-care orientato però agli utenti dei servizi di e-Goverment sviluppati e forniti da Poste Italiane ai cittadini per conto della pubblica amministrazione (ad es. la gestione delle pratiche per i permessi di soggiorni dei cittadini stranieri, ecc.).

Il secondo è un vero e proprio centro di innovazione che operando in collaborazione con svariati istituti di ricerca, dovrebbe condurre attività di ricerca e sviluppo al fine di industrializzarne i risultati. Un esempio concreto è il recentissimo progetto SAPI (Sistema automatico per ipovedenti" che Poste ha avviato insieme a diversi partner (Ministero dell'Università e della Ricerca, Istituto per ciechi "Colosimo" di Napoli, Consorzio Campano di Ricerca per l'Informatica e Automazione Industriale, Information Technology Services Laboratory e Università del Sannio di Benevento), con l'obiettivo di studiare modelli, metodologie e tecniche utili all'erogazione di contenuti e servizi online accessibili da soggetti ipovedenti.


Il piano di sviluppo delle Control Room
entro Giugno 2008 (fonte: Poste Italiane)
Infine, troviamo il Centro di Controllo Tecnologico, il primo in Italia in grado di monitorare 24 ore su 24, e tracciare in tempo reale tutta la corrispondenza nel suo intero percorso, dalla raccolta fino al recapito. Il centro logistico napoletano, che costerà a Poste 60 milioni di euro nel triennio 2006-20009, verrà presto affiancato da ulteriori undici unità operative distribuite sull'intero territorio nazionale (10 Control Room: Bari, Milano, Padova, Cagliari, Bologna, Firenze, Palermo, Reggio Calabria, Torino, Roma Fiumicino e una Direzione Centrale a Roma Eur).

Tutti questi lavori, che dovrebbero essere completati a Giugno 2008 e che prevedono anche l'estensione dei sistemi di tracciatura ai cosiddetti Centri Manuali, il completamento del Sistema di monitoraggio e diagnostica dell'intera infrastruttura telematica di Poste e del sistema di gestione della manutenzione, vanno chiaramente inseriti in un contesto più ampio che è la scadenza del 1° gennaio 2009 come limite fissato dalla Direttiva McCreevy (del 18 ottobre 2006, v. nostro articolo) per l'abbattimento di tutte le barriere alla libera concorrenza nei mercati postali europei.

Poste Italiane, come ha più volte dichiarato il suo AD Massimo Sarmi, è pronta ad affrontare questa scadenza senza timori (anche se restano dubbi su come verrà gestito in futuro il servizio universale soprattutto a livello di "remunerazione" da parte dell'affidataria del servizio) e sta operando tutte quelle sinergie che dovrebbero aiutarla a "restare" in piedi all'apertura dei mercati: per es, l'accordo con UPS per la gestione del corriere espresso internazionale (spedizione pacchi all'estero) o quelli tecnologici con HP (nello storage), CISCO (impianti di rete) e Microsoft (prodotti postali tramite PC) o ancora con la concorrente francese La Poste nel settore finanziario-assicurativo.

In conclusione, Poste sta operando a tutto tondo, su più fronti innovativi per non farsi trovare impreparata alla scadenza del 2009. Sul fronte tecnologico e finanziario tutto procede per il meglio e ad altissimi livelli di qualità. Qualche problema resta ancora sul fronte prettamente postale e in particolar modo su quello interno italiano, dove, per esempio, la posta prioritaria ha ancora difficoltà ad essere consegnata in J+1 (attualmente nell'88% dei casi). E non va dimenticato il settore filatelico che langue ormai da anni a livello nazionale (fatta eccezione per la filatelia d'alto bordo!!!), e che soffre pure della scarsa qualità dei francobolli prodotti e delle iniziative (quasi tutte criticabili) dei vari "player" di questo grande hobby.


LINKS:
Ministero per l'Innovazione nella Pubblica Amministrazione
Company Profile di Poste Italiane (dal sito: www.poste.it)

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