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Cronache di Posta

Parlamento UE: mercati postali liberi dal 1° gennaio 2011

A larghissima maggioranza, il Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria l'11 luglio, ha approvato una nuova proposta di Direttiva per il mercato dei servizi postali europei che prevede l'abbattimento dei monopoli statali a partire dal 1° gennaio 2011. Bocciata, quindi, la data inizialmente consigliata dalla Comissione Europea del 1° gennaio 2009. Slittamento di ulteriori due anni per i piccoli Stati e per quelli scarsamente abitati.

Parlamento UE: mercati postali liberi dal 1° gennaio 2011
Con 512 voti favorevoli, 155 contrari e 13 astensioni, il Parlamento Europeo riunitosi lo scorso 11 luglio in seduta plenaria ha approvato, in prima lettura, la Relazione sulla Proposta di Direttiva che modifica la Direttiva 97/67/CE (attualmente in vigore) relativa al pieno completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari, sottolineando che «dall'ulteriore apertura del mercato continueranno a trarre vantaggio i consumatori e le piccole e medie imprese in particolare, sia come speditori che come destinatari di invii postali, grazie a un miglioramento della qualità, a una scelta più ampia, a riduzioni di prezzo trasferite sugli utenti, a servizi innovativi e a modelli commerciali».

La Relazione, curata dal deputato tedesco Markus Ferber (del Partito Popolare Europeo), membro della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento UE, contiene numerose modifiche all'attuale normativa europea in materia postale e alla proposta fatta dalla Commissine Europea (per bocca del Commissario per il Mercato Interno e i Servizi, McCreevy) e stabilisce un calendario per l'adozione di decisioni sulla prosecuzione del processo di apertura dei mercati postali alla concorrenza, avviata con la Direttiva del 1997.

La nuova proposta approvata mercoledì scorso (che emenda ampiamente la proposta del commissario McCreevy) conferma l'avvio del processo di liberalizzazione a partire dal 1° gennaio 2011 e non più dal 1° gennaio 2009 (come consigliato dalla Commissione). Tale liberalizzazione riguarderà gli invii di plichi di peso inferiore a 50 grammi che, in forza alla direttiva vigente, possono essere riservati dagli Stati membri ai fornitori del servizio universale (in pratica, ai monopoli statali).

A partire da questa data, che pertanto sposta in avanti di due anni l'avvio della liberalizzazione, gli Stati membri non potranno più concedere o mantenere in vigore diritti esclusivi sulla fornitura di servizi postali. Potranno, tuttavia, finanziare la fornitura del cosiddetto Servizio Universale anche attraverso appalti a fornitori esterni e l'istituzione di un apposito Fondo di Compensazione che potrà essere finanziato mediante somme a carico dei fornitori e/o degli utenti stessi dei servizi postali.

Inoltre, il Servizio Universale, ovvero la possibilità di accedere ai servizi postali da parte dei cittadini senza restrizioni territoriali e a prezzi equi, deve essere garantito tutti i giorni lavorativi e "come minimo cinque giorni a settimana". Ciascuno stato membro deve anche provvedere affinchè la densità dei punti di contatto e di accesso al Servizio Universale (cioè, le "cassette della posta") tenga conto delle esigenze dell'utenza. In altre parole il Servizio Universale deve prevedere la raccolta, lo smistamento, il trasporto e la distribuzione delle corrispondenze entro i 2kg e i pacchi postali entro i 10kg di peso, comprese raccomandate e invii con valore dichiarato.
Spetta naturalmente a ciascuno stato decidere quale e quanti fornitori del Servizio Universale dovranno operare sul territorio, per un periodo comunque ben limitato nel tempo.

Una ulteriore proroga sulla data di partenza del libero mercato dei servizi postali è stata decisa per i nuovi Stati membri o gli Stati membri "scarsamente popolati e di limitata superficie geografica": essi avranno un periodo transitorio supplementare di due anni per abolire i monopoli, con partenza quindi dal 1° gennaio 2013.
Con questa formulazione, lo slittamento di due anni potrà essere utilizzato da paesi come Grecia e Lussemburgo, fino ad oggi contrari alla nuova direttiva. La Grecia, ad esempio, si ritrova a gestire un territorio postalmente difficile, basato su decine e decine di isole. Sarà comunque il Consiglio Ue a definire la lista dei paesi a cui potranno applicarsi queste definizioni.

La relazione Ferber approvata dal Parlamento Europeo a larghissima maggioranza ha, altresì, stabilito una clausola di reciprocità secondo cui agli "Stati membri che hanno completato l'apertura dei loro mercati è permesso di non concedere ai monopoli che operano in un altro Stato membro l'autorizzazione di operare sul loro territorio".

Per quanto concerne i prezzi, l'attuale Direttiva stabilisce che "devono essere ragionevoli e permettere servizi accessibili all'insieme degli utenti". Il Parlamento, con apposito emendamento, ha tuttavia aggiunto che tale ragionamento dovrà valere "a prescindere dalla situazione geografica e tenendo conto delle condizioni nazionali specifiche". Saranno quindi le Autorità nazionali di regolamentazione a controllare l'evoluzione dei prezzi in modo da evitare discriminazioni, per esempio su base territoriale.
Resta gratuito, come richiesto dai deputati europei, il servizio postale per gli utenti non vedenti o ipovedenti.

Nessuna modifica, invece, alla normativa attuale in materia di qualità del servizio: gli Stati dovranno continuare a garantire tempi di instradamento, regolarità e affidabilità dei servizi, assicurando all'utenza una gestione dei reclami basata su procedure trasparenti, semplici e poco onerose, soprattutto in caso di smarrimento, furto, danneggiamento o mancato rispetto delle norme di qualità. Questo aspetto risulta molto delicato in quanto, a regime e con il mercato completamente liberalizzato, potrebbero essere più d'uno gli operatori postali coinvolti in un'unica spedizione postale.

Adesso, la proposta approvata dal Parlamento con il voto favorevole dei tre grandi gruppi (PPE, PSE e Liberaldemocratico)  per una nuova direttiva in materia di servizi postali, è stata rinviata al Consiglio ovvero alle decisioni dei 27 ministri nazionali che torneranno a riunirsi nel prossimo ottobre.

LINK:
Servizio Stampa del Parlamento Europeo

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