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La storia postale del Vaticano nelle Guida Postali Marini

E' uscito a febbraio "Il più piccolo grande stato del mondo tra posta e francobolli", il II Volume delle Guide Postali Marini, la nuova collana di storia postale dell'area italiana con la quale l'editore genovese intende arricchire gli album dei collezionisti. Quest'anno è di scena la filatelia e la storia postale del Vaticano: dalle origini della posta, ai primi francobolli dello Stato della Chiesa, dalla Legge delle Guarentigie ai Patti Lateranensi sino al moderno Stato della Città del Vaticano. Un percorso di oltre mezzo secolo tra francobolli, interi postali, servizi e tariffe, marcofilia e storia della posta. Gli autori sono di prim'ordine: Franco Filanci e Giovanni Fulcheris.

La storia postale del Vaticano nelle Guida Postali Marini

Dopo la positiva esperienza dello scorso anno con "L'avventurosa storia della posta e del francobollo in Italia", la casa editrice Marini torna nel 2008 con il II Volume delle sue Guide Postali, piccoli (ma non tanto) e preziosi approfondimenti di storia postale, nel classico formato a 22 anelli da inserire negli album Marini, con cui accompagnare le proprie collezioni di francobolli.

Mentre il primo volume, autore Franco Filanci (Maggio 2007, 36 pp, 24,00€), è dedicato alla filatelia italiana, dalle origini del termine "posta" sino ai francobolli repubblicani passando per filigrane e varietà con una ricca bibliografia finale, il secondo volume (Febbraio 2008, 26 pp., 20,00€) è interamente dedicato al Vaticano.

"Il più piccolo grande stato del mondo tra posta e francobolli", questo il titolo della nuova produzione editoriale dell'azienda genovese produttrice di album e materiale per il collezionismo. Questa volta, però, scritta a quattro mani: quelle di Franco Filanci, per la sua riconosciuta esperienza nel settore storico-postale dell'area italiana, e quelle di Giovanni Fulcheris, uno dei massimi conoscitori della filatelia vaticana.

Lo sviluppo del piano editoriale è pressocchè simile a quello adottato nel I Volume: un percorso storico, postale e filatelico con partenza dalle origini della posta nei territori soggetti al potere temporale del Papa "che andavano dal Po fino a Benevento".

Il termine posta, ricordano subito gli autori, è antichissimo: risale, infatti, alla fine del Trecento il "primo sistema di trasporto rapido di corrispondenze organizzato dai Visconti di Milano", anche se un vero servizio postale regolare e aperto al pubblico venne solo nei secoli successivi. Anche alla corte pontificia si adeguarono per venire incontro alle primordiali esigenze di comunicazione, in particolare per le notificazioni da parte dei tribunali papalini che venivano recapitate tramite appositi Cursores Papae.

Bisogna tuttavia attendere l'età moderna (la metà del 1500) per vedere un'organizzazione più strutturata dei servizi postali nei territori sampietrini, legata essenzialmente all'esigenza di comunicare in modo stabile ed efficiente con tutti gli angoli (anche i più remoti) del grande Stato della Chiesa. Esigenze comunicative rafforzate dall'interminabile Concilio di Trento (iniziato nel 1545 e concluso 18 anni dopo) con il quale la capitale romana doveva mantenere "un costante flusso di informazioni e di direttive". Ecco perchè sin dal 1551 fu organizzato un servizio di collegamenti definiti "postali" con accezione di "veloci" poichè basati su quella che per l'epoca era una tecnologia ad alta velocità, ovvero lo scambio di cavalli.

Lo sviluppo del sistema postale da quel momento in poi procede a grandi passi: nasce la "posta lettere", vengono fissate le prime tariffe per il pubblico (risalenti al 1575) e di conseguenza i primi "segni di tassa".

Per il francobollo bisognerà aspettare il 1852: "l'adesione dello Stato Pontificio alla Lega Postale austro-italica", raccontano gli autori, "insieme al Granducato di Toscana, agli Stati Parmensi e al Ducato di Modena, portò all'introduzione di tariffe postali [...] e del nuovo strumento postale chiamato bollo franco o francobollo". I primi francobolli furono emessi sotto Pio IX: erano otto e portavano valori in bajocchi. La produzione filatelica della Chiesa dura però fino al 20 settembre 1870 con l'occupazione di Roma da parte delle truppe italiane.

"In base alla Legge del 13 maggio 1871 detta appunto delle Guarentigie", si legge nella Guida Postale Marini, "si rinoscevano al Pontefice prerogative sovrane e l'extraterritorialità dei palazzi vaticani dentro e fuori Roma". Ma niente francobolli: al Pontefice era soltanto ricosciuta una "franchigia illimitata" come quella garantita al Re d'Italia.

Solo nel 1929, con i Patti Lateranensi, nasce lo Stato della Città del Vaticano nella conformazione statuale che conosciamo oggi. "Il 1° agosto 1929 entrò in vigore anche la Convenzione per l'esecuzione dei servizi postali" con la quale veniva superata la Legge delle Guarentigie, permettendo al Vaticano di aprire un ufficio postale e di produrre proprie carte valori.

Con la Guida Postale Marini si può quindi ripercorre la storia postale di questo "piccolo stato" attraverso la marcofilia, gli oggetti, i servizi e le tariffe postali. E quest'ultimo capitolo non è affatto "sitentico", proponendo praticamente tutti i servizi postali disponibili in Vaticano, dai ciecogrammi alla raccomandazione, dalle scatolette con valore dichiarato alla posta aerea, sino ai pacchi postali ed al postacelere introdotto nel 1986.

Ricco il capitolo dedicato alle carte-valori postali vaticane: dalla prima serie "Provvisoria" del 1929 (15 valori in rotocalco con effigie del Pontefice) alle prime cartoline postali da 50c e 75c. "Purtroppo", si legge nel volume, "ci vollero più di sei mesi prima di vedere le nuove cartoline a causa di un serio problema tecnico": le macchine del poligrafico italiano non erano, infatti, in grado di produrle e "si decise alla fine di usare altre attrezzature di stampa, e ne uscirono due insolite cartoline postali [...] il cui disegno del francobollo è impresso in tipogragia [...] su un fondino di colore chiaro".

La Guida continua con gli interi postali vaticani sino ai più recenti francobolli per macchinette automatiche, per passare ad approfondimenti di carattere tecnico: le stamperie, italiane ed estere, utilizzate per produrre carte-valori, i sistemi di stampa, le carte, le filigrane (molto ben fatti gli schemi della filigrana "chiavi decussate"), le dentellature, la fluorescenza, gli usi e la validità postale.

A conclusione una bibliografia con una ventina di titoli: "più si è conoscitori di un'argomento", scrivono Filanci e Fulcheris, "più occasioni ci sono di fare interessanti scoperte e buoni acquisti, e meno rischi si corrono".

In un settore, quello filatelico italiano, che onestamente sta perdendo colpi (sia per colpe proprie sia per la crisi generale dell'economia e l'avanzata di forme alternative di passatempo ed investimento) non mancano però guizzi di creatività. Come queste Guide Postali edite dalla Ernesto Marini srl e che hanno un obiettivo innovativo: rendere più viva (e personalizzata) la propria collezione, costituire una lettura piacevole (la penna di Filanci è sempre efficace) con preziosi approfondimenti, che renderanno senz'altro più "filatelico" sfogliare l'album.
Anche se per il momento le Guide Marini sono dedicate all'Italia e al Vaticano, non è difficile prevedere che vi sarà presto un III Volume dedicato a San Marino.

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