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Domenica, 19 Maggio 2024
 
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Cronache di Posta

I servizi postali nelle Missioni Militare di Pace

Dalla fine della II Guerra Mondiale, le forze armate italiane sono intervenute nei più diversi e lontani luoghi del mondo per operazioni di peace-keeping o semplicemente per portare assistenza a popolazioni martoriate dalla guerra. E in ogni momento i nostri militari hanno avuto a disposizione la Posta come sistema di comunicazione con le famiglie e di collegamento con i comandi in patria. Anche se ormai quasi ovunque la tecnologia (telefoni e internet) sta sostituendo la vecchia lettera scritta. Questo articolo tratta proprio dei servizi postali che hanno affiancato, e affiancano tuttora (come nelle recentissime missioni in Iraq, Afghanistan e Libano), le forze militari in missione di pace all'estero: sistemi di smistamento e distribuzione, affrancature, annulli postali e timbrature amministrative.

I servizi postali nelle Missioni Militare di Pace
Negli ultimi sessanta anni, dalla fine della II Guerra Mondiale, nelle "zone calde" del pianeta si sono resi necessari interventi armati per ripristinare la pace e la sicurezza internazionale.
Le nostre Forze Armate sono intervenute più volte per salvaguardare, principalmente, le popolazioni martoriate da sanguinosi conflitti ed, anche, per promuovere la ricomposizione di numerose controversie politiche, etniche e religiose.               
Dal 1950 ad oggi l'Italia ha partecipato, assieme ad altri Paesi, sotto l'egida dell'ONU, della NATO, della UEO e di altre organizzazioni internazionali, o per iniziativa autonoma, ad un centinaio di Missioni di Pace.
Attualmente, secondo le fonti del Ministero della Difesa, l'Italia partecipa a 28 Operazioni Militari ed, in alcune di esse, è posta anche al Comando; segnatamente, conduce la missione in Libano denominata Operazione "Leonte", la Missione Europea di Polizia in Bosnia (EUPM), la Missione Europea al Valico di Rafah (EU BAM) e numerose altre.               


Corrispondenza inviata dal Gruppo Osservatori Militari Italiani
impegnati nella Missione ONU "MINURSO"
ed inoltrata per il tramite delle poste locali di Laayoune (Marocco)


Dal punto di vista postale, i nostri militari impegnati all'estero usufruiscono per l'inoltro e la ricezione della propria corrispondenza privata e di servizio, degli Uffici Postali Militari italiani ed anche dei vari contingenti stranieri o di quelli delle unità navali della Marina Militare.

Generalmente, ove presenti, i nostri Nuclei Posta hanno in dotazione dei timbri postali (tipo guller) a "data variabile", e utilizzano per l'affrancatura  i normali francobolli nazionali.
Degni di nota sono anche i bolli a forma ovale utilizzati per l'inoltro della corrispondenza in franchigia, servizio utilizzato esclusivamente per l'invio gratuito della corrispondenza di servizio e che, dal 1999 non è più utilizzabile dai nostri Comandi Militari in Missione. Pertanto, anche le nostre Forze Armate, come tutti gli Enti statali, devono necessariamente provvedere al pagamento dell'affrancatura della corrispondenza, senza eccezioni nemmeno per la Posta di "servizio".                


Busta Ufficiale ONU inviata dallo Squadrone Elicotteristico
impegnato nella Missione ONU "UNIFIL" di stanza a Naqoura (Libano)
e postalizzata in Italia da Roma-Fiumicino



Dove non sono presenti Uffici Postali italiani, la corrispondenza dei nostri soldati viene inoltrata per il tramite delle Poste locali che provvedono anche all'affrancatura, oppure  viene postalizzata  in Italia, o affidata alle nostre Ambasciate, o ancora trasferita a New York (per le missioni ONU) con valigia diplomatica e "lavorata" dalle Poste delle  Nazioni Unite per l'inoltro definitivo.

In alcune missioni però (come nelle concluse operazioni in Somalia ed in Mozambico) i nostri contingenti, pur serviti da un proprio Ufficio Postale, hanno ritenuto di doversi appoggiare alle Poste locali, meno costose e con efficienti servizi capaci di inoltrare la corrispondenza in tempi molto brevi attraverso i canali postali internazionali.             

Alcune missioni, invece, vedono la partecipazione di pochi militari con funzioni di Osservatori, in tal caso non si è reso necessario il supporto logistico di un Nucleo Posta.            

Per meglio comprendere l'argomento e dopo le premesse appena fatte, è necessario effettuare una suddivisione dei vari tipi di Posta Militare. Infatti, una prima classificazione vede distinta la corrispondenza di "servizio" (da e per i Comandi in Missione e i Comandi Militari in Italia) da quella "privata"; una seconda, suddivide la corrispondenza inoltrata dall'Italia per le Missioni da quella partita dai luoghi ove operano i nostri militari.           

A partire dalla Missione in Libano (1982-1984), l'Ufficio Postale in patria preposto alla lavorazione della corrispondenza da e per le Missioni all'Estero è stato l'Ufficio di Roma 13 in Via Firenze. Infatti, tutta la corrispondenza inviata ai nostri Militari doveva necessariamente riportare nell'indirizzo, dopo aver indicato il nominativo ed il grado del militare destinatario, anche l'indicazione dell'Ufficio postalizzante di Roma 13.


Corrispondenza inviata dal Comandante della task Force "Lince"
inquadrata nel PRT di Herat (Afghanistan) ed inoltrata per
il tramite dell'Ufficio Postale Militare Italiano


Attualmente, questo compito è svolto dal Polo Grandi Utenti di Ospedaletto in provincia di Pisa: questo è spiegabile per la vicinanza del Comando della 46^ Brigata Aerea che presta il supporto aereo a quasi tutte le Missioni Militari all'estero.             

E' necessario, altresì, precisare che, ove presenti, non si tratta di veri e propri Uffici Postali Militari, poiché in realtà sono uffici formati da personale postale civile "militarizzato" e rientranti nei cosiddetti servizi di fureria. Tali uffici, generalmente  composti da un sottufficiale ed altri militari preposti ai servizi postali, fungono  da collettori della corrispondenza dei nostri militari impegnati nelle varie Missioni.             

La normativa postale e la tariffazione da applicare a tali straordinarie situazioni è quella in vigore in Italia. 

L'unico vero Ufficio Postale all'estero è quello attivo a Belo Polje (Kosovo) che nasce da una convenzione dello Stato Maggiore dell'Esercito con Poste Italiane, capace di svolgere tutte quelle operazioni postali che vengono fornite dagli Uffici Postali in patria.            

Come già anticipato, spesso per il ridotto numero di militari e per la brevità della missione, non si è reso necessario attivare un Nucleo Posta. In tal caso, specialmente quando si è utilizzato il canale postale locale, gli unici segni distintivi della provenienza della corrispondenza dai nostri Militari all'estero, sono l'apposizione sull'involucro dei Timbri Amministrativi, lineari e circolari, in dotazione ai Reparti Militari che hanno preso parte alle operazioni militari.


Cartolina Ufficiale inviata dal Comandante della Task Force "Alfa"
su base 1°Reggimento Bersaglieri impegnato nella ormai conclusa Operazione "Antica Babilonia"
ed inoltrata per il tramite dell'Ufficio Postale Militare Italiano in Iraq


Ovviamente la loro presenza rende più prestigiosa (e, pertanto, ben quotata) la corrispondenza, specie se accompagnata dai Timbri personali dei Comandanti che, spesso, avendo molta sensibilità per il collezionismo, accontentano noi collezionisti apponendo, addirittura, la propria firma.            

Per quanto riguarda i francobolli utilizzati per l'affrancatura della corrispondenza, se non sono presenti Uffici Postali al seguito dei nostri contingenti, vengono utilizzati quelli emessi dalle autorità postali locali. Mentre, ove presenti Uffici Postali nazionali, la storia postale ci insegna che sono stati utilizzati prevalentemente le emissioni ordinarie (Castelli e Donne nell'Arte) e, degni di nota, seppur sporadici, sono gli utilizzi di commemorativi (in Somalia ed in Mozambico).

A tal proposito, non bisogna trascurare che, quando sono stati utilizzati dei francobolli commemorativi per l'affrancatura di corrispondenza proveniente dai nostri Militari all'estero, ciò è avvenuto per le forniture ad essi inviati dai familiari ed, anche, per le affrancature, seppur molto improbabili, create da noi collezionisti.
Quest'ultimo "tipo" di corrispondenza deve necessariamente, a giudizio dei maggiori studiosi della tematica, considerarsi "provocata" e, quindi, di quotazione economica minore ma, comunque, inoltrata a destino dopo aver seguito gli stessi canali postali della corrispondenza "spontanea" (non richiesta dai collezionisti che, per l'occasione, inviano, al coperto, gli involucri già affrancati ed indirizzati).          


Corrispondenza inviata dalla Task Force "Leone" impegnata nella, ormai conclusa,
Missione ONU "UNMIS" 
ed inoltrata per il tramite dell'Ufficio Postale Militare Italiano
di Khartoum (Sudan) 
nell'ultimo giorno prima del rientro in patria


In definitiva, si può senz'altro asserire che la Storia Postale Militare l'hanno fatta e la faranno, sempre e solo, i nostri Militari che saranno chiamati a portare la pace e la sicurezza internazionale ovunque ci sarà bisogno degli Italiani "brava gente", Italiani che hanno saputo sempre farsi apprezzare dalle popolazioni locali che, forzatamente e/o spontaneamente, hanno dovuto sopportare una presenza militare straniera.          

Proprio attraverso i documenti postali che sono giunti nelle nostre mani, spontanei o di natura filatelica, è possibile testimoniare l'operato dei nostri Reparti Militari che, ancor prima di essere dei soldati al servizio della patria, sono anche e soprattutto fautori di pace e donatori di speranza, quella stessa speranza che spesso nelle nazioni mortificate dalla Guerra diventa una flebile fiamma che i nostri ragazzi, con il loro amore ed impegno, contribuiscono a far rimanere sempre accesa.


Busta Ufficiale inviata dal Comandante Gen. Vincenzo SANTO
della Brigata Multinazionale Ovest nell'ambito della Missione NATO "Joint Guardian" (Kosovo)
ed inoltrata per il tramite dell'Ufficio Postale Militare Italiano




Corrispondenza inviata dal Gruppo Elicotteristico del 4° Reggimento "Altair"
stanziato a Rajlovac (Bosnia) nell'ambito della, ormai conclusa, Missione NATO "Joint Forge"
ed inoltrata per il tramite dell'Ufficio Postale Militare Italiano


Note sull'autore
Con questo articolo, siamo felici di avviare una nuova collaborazione con Antonello Lagreca. Studioso ed esperto conoscitore dei servizi postali militari durante le missioni di pace all'estero, Antonello cura un ricco e aggiornatissimo Blog dedicato alla Posta Militare.

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