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Sabato, 18 Maggio 2024
 
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Detto, fatto: fuori corso dal 1° luglio 2009 i francobolli vaticani in lire

Solo una manciata di settimane sono servite perchè si materializzasse uno decisione che aveva già fatto discutere e prodotto le prime levate di scudi da parte di collezionisti e commercianti: dal 1° luglio prossimo, infatti, tutte le carte valori postali emesse dal Vaticano tra il 1963 e il 2000 saranno dichiarate fuori corso. La questione era stata sollevata durante il convegno sul futuro della filatelia del 24 ottobre, ma era stata subito ridimensionata come una semplice ipotesi. Un'Ordinanza del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano del 1° dicembre l'ha tradotta in realtà. Le considerazioni di Carlo Catelani, presidente dell'AFIP e di Sebastiano Cilio, presidente della Borsa Filatelica Nazionale.

Detto, fatto: fuori corso dal 1° luglio 2009 i francobolli vaticani in lire

Se n'era parlato (soltanto parlato!) nell'ambito del convegno organizzato il 24 ottobre scorso dall'Ufficio Filatelico Vaticano sul tema "Quale futuro per la filatelia": Giovanni Fulcheris, apprezzato collezionista ed esperto di filatelia vaticana, aveva avanzato l'ipotesi di revocare la validità illimitata a moltissimi dei francobolli vaticani,  ovvero di mettere fuori corso tutti i francobolli con valore nominale espresso in Lire.

L'intervento di Fulcheris, tuttavia, era stato accolto con tiepidità da parte degli stessi uffici governativi vaticani (compreso il direttore dell'UFN, Pier Paolo Francini) e con decisa freddezza da parte dei collezionisti e soprattutto dei commercianti.

A distanza di qualche settimana, e senza che nulla lo facesse presagire (essendo solo un'ipotesi, si pensava e sperava che cadesse presto nel dimenticatoio), il Governatorato ha preso la drastica decisione: a partire dal 1° luglio 2009 "tutte le carte valori postali emesse dallo Stato della Città del Vaticano tra il 16 ottobre 1963 ed il 31 dicembre 2000 aventi tuttora validità postale per l’affrancatura di corrispondenza in partenza dalla Città del Vaticano" sono dichiarate fuori corso.

L'Ordinanza n. LXXX, firmata il 1° dicembre dal Presidente del Governatorato, Card. Giovanni Lajolo, precisa inoltre che francobolli ed interi potali espressi solo in lire continueranno ad avere validità postale fino al 30 giugno 2009. Si tratta, in particolare di tutti i francobolli a partire dalla serie "Incoronazione di Paolo VI" del 1963 fino ai quattro valori "Natale" del 2000. Una ben precisa scelta temporale derivante dal fatto che a partire dal 1° gennaio 2001 i francobolli sampietrini recano il valore nominale in doppia valuta: lire ed euro. Tali dentelli restano naturalmente "in corso".

Una decisione che ha lasciato un pò tutti sorpresi, sia i collezionisti che i commercianti, questi ultimi particolarmente contrari ad una simile ipotesi.

Come Carlo Catelani, presidente dell'AFIP (Associazione Italiana Filatelisti Professionisti) che ha subito chiesto un incontro ufficiale al capo dell'UFN, Pier Paolo Francini, per discutere (laddove ci siano ancora margini di manovra) in tempi brevi di eventuali contromisure.

"La notizia", fa sapere Catelani, "è di una gravità assoluta e dà un ulteriore forte colpo economico alla categoria commerciale oltre a "infastidire" i collezionisti del Vaticano, il cui numero è peraltro sempre in diminuzione". Con l'attuale tendenza dei filatelisti ad "andare indietro nel tempo" anzichè avanti, il fuori-corso rappresenta un disincentivo all'acquisto: ad esempio, osserva il Presidente dei commercianti, le "buone serie di Pio XI e Pio XII sono ora più richieste che in passato e i Pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI vengono venduti con facilità a scopo promozionale, dato anche il basso costo".

Si tratta, cioè, proprio delle emissioni che andranno fuori-corso, comprese quelle del periodo di Giovanni Paolo II fino al 2000, una delle collezioni più popolari degli ultimi anni i cui acquirenti, conclude Catelani, "vanno tutelati".

Duro anche il parere diSebastiano Cilio, presidente della Borsa Filatelica Nazionale, il quale ritiene senza usare mezzi termini che non sia "possibile, ammissibile e proficuo per il Vaticano effettuare questa manovra sic et simpliciter": si dovrebbe almeno prorogare la data prescelta del 1° luglio in modo da consentire a chi avesse grandi quantità di vecchi francobolli il cambio con nuove emissioni (con facciale in euro) così da preservare il potere di affrancatura che il cliente aveva precedentemente acquisito.

Cilio sottolinea che così facendo "al cliente che ha acquistato dei francobolli che devono servire a svolgere un servizio postale e che, quindi, ha pagato in anticipo, viene tolto il potere di affrancatura e viene demonizzato un valore postale in corso" ed aggiunge una considerazione di mero carattere mercantile: "sono dispiaciuto e depresso per questa decisione che porterà, come in Germania o nel Liechtenstein per esempio, a fare valere sempre meno i francobolli del Vaticano che già soffrono, come tutti gli altri mondiali, di una forte crisi economica e filatelica. Siamo già in un momento difficile e questa decisione porta ulteriori ombre su questo settore".

Sono molti, infatti, i commercianti italiani (e stranieri) che hanno nel loro portafoglio quantità variabili di vecchie emissioni del Vaticano acquistate molti anni fa.

"Mi auguro", conclude Cilio, "che ci possano essere dei ripensamenti o degli aggiustamenti correttivi e migliorativi della decisione presa e che si applichino le mie proposte di cambio in vari modi".

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