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Martedì, 19 Marzo 2024
 
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Cronaca Filatelica: si è inceppata la carta?

E' dal 1976 che Cronaca Filatelica accompagna la vita culturale dei collezionisti filatelici italiani (e per tanti anni anche i cugini "numismatici"). E, nonostante i vari passaggi di mano, ogni volta la rivista è ripartita di slancio. Con una redazione (Danilo Bogoni in testa, insieme a nomi storici come Barberis, Cerutti, Filanci, Angellieri, e le valanghe di collaboratori) sempre pronta ad accettare le sfide imposte dai tempi (e dai budget). Il nuovo numero di CF appena uscito in edicola, però, è quello di Gennaio/Febbraio. Che stavolta qualcosa si sia inceppato è chiaro (e non si tratta solo della carta) nonostante la tanta voglia di fare di chi ci "mette la passione e la penna" da anni.

Cronaca Filatelica: si è inceppata la carta?

Anche questa volta Cronaca Filatelica è uscita con estremo ritardo. Il numero 379 giunto nelle edicole nei giorni scorsi è datato niente meno che "Gennaio/Febbraio 2011". Che qualcosa non vada è ormai chiaro a tutti. Una rivista che, nata nel 1976, ha collezionato tantissimi successi cambiando proprietà diverse volte nel corso di oltre trent'anni. Dopo i milanesi del CIF (Commercianti Italiani Filatelici) e i napoletani della famiglia De Rosa, da alcuni anni CF è entrata nell'orbita della fiorentina Olimpia. Una società specializzata in pubblicazioni dedicate al tempo libero: dalla filatelia alla numismatica, passando per caccia, pesca e cinofilia fino alle armi e al volo sportivo. Edizioni, quindi, per tutti i gusti.

Evidentemente, però, qualcosa si è inceppato.

Non è possibile sapere cosa sia accaduto - e stia accadendo - veramente dietro le quinte, ma una cosa è certa: la società di Osmannoro (Fi), regolarmente quotata in borsa dal luglio 2010,  è in profonda crisi finanziaria e, chissà, forse anche a corto di idee. Qualche novità (e non è detto che sia positiva) potrebbe uscire dalla doppia assemblea, ordinaria e straordinaria, convocata per il prossimo 8 giugno nella quale oltre a rinnovare alcune cariche sociali (a cominciare dal Presidente del CDA) si procederà a deliberare sulle "perdite del capitale sociale". Una definizione che non lascia adito ad interpretazioni, soprattutto se la si unisce alla sospensione a tempo indeterminato dalle negoziazioni al MAC (Mercato Alternativo del Capitale) delle azioni ordinarie dell'Editoriale Olimpia Spa disposte da Borsa Italiana il 31 maggio scorso.

In attesa di sapere cosa ne sarà della testata, una delle pochissime che ha fatto la storia della letteratura filatelica italiana, non ci resta che buttarci a capofitto nella lettura dell'ultimo numero, ottimamente coordinato - come sempre - da Danilo Bogoni.

Gli argomenti, per forza di cose, non sono aggiornatissimi ma restano pur sempre di grande interesse ed alcuni di perenne attualità. A cominciare dal "Mediterraneo in fiamme, in bilico tra passato e futuro" in cui Danilo Bogoni ripercorre i cambiamenti epocali che hanno interessato alcune delle nazioni nord-africane, come Egitto e Tunisia, ricordandone i trascorsi filatelici più remoti che, orgogliosamente, hanno radici italiane. "Il nostro paese", sottolinea Bogoni, "ebbe un ruolo chiave nella fondazione delle Poste egiziane" con l'imprenditore livornese Carlo Meratti (e i suoi discendenti) che impiantò una fiorente attività di recapito delle corrispondenze, conosciuta come Posta Europea, prima con l'estero e poi anche all'interno del grande stato nilotico. Pure in Tunisia, l'Italia fu attiva postalmente con la breve esperienza della "Posta Sfaxina" ovvero un servizio postale privato, nato nella cittadina di Sfax, a disposizione dei tantissimi italiani residenti nello stato magrebino.

Si torna a parlare dei "mitici anni '60" e di "guerra fredda" con Gabriele Fabris che rispolvera una questione che fu diretta conseguenza della II Guerra Mondiale, ovvero di quei 50 milioni di persone che, sradicate dalle proprie terre, si ritrovarono nella penosa condizione di "uomo senza tetto e senza Patria". "Anno del rifugiato, quando il mondo entrò in giro" titola Fabris, per ricordare un tema all'epoca molto utilizzato filatelicamente: per l'Anno mondiale del rifugiato, infatti, l'ONU lanciò un appello a cui aderirono moltissimi paesi (Italia e Vaticano, con apposite serie di francobolli), alcuni dei quali realizzarono emissioni che per tirature e gestione "non sempre razionale della distribuzione" provocarono speculazioni e polemiche.

Senza firma, invece, il "Giro dei poli attraverso i dentelli", ovvero il percorso filatelico dell'Anno Polare Internazionale celebrato nel 2009 con l'idea di  evidenziare la cattiva salute della Terra a causa del progressivo scioglimento dei ghiacci dei due poli come conseguenza dell'effetto serra. Al giro filatelico hanno partecipato decine di stati con emissioni ad-hoc, ma non l'Italia dove il tema "ha trovato un clima di indifferenza".

Molto bello, ed in effetti pieno di nostalgia, l'amarcord dello storico palazzone del Poligrafico di Piazza Verdi. "L'edificio progettato negli anni '20 del XX secolo dall'architetto Garibaldi Burba", ricorda Marco Stella,"è ormai in stato di abbandono" dato che l'IPZS da qualche tempo ha trasferito tutte le attività (attrezzature comprese) nel nuovissimo (seppur non ancora completato) stabilimento al Salario. Per l'occasione il Poligrafico ha dato alle stampe un volume che ne ricorda le glorie. Quelle passate, naturalmente, dato che nel futuro immediato dello storico edificio di via Verdi (4 piani, 25.000 metri quadrati) c'è solo... un hotel extralusso.

Un salto indietro nel tempo, come sempre, con la storia postale di Mario Chesne Dauphinè. Questa volta siamo in Messico, con le due emissioni realizzate nel paese centro-americano tra il 1864 e il 1867 "triste eredità" dell'avventura dell'arciduca Massimiliano che da Trieste (dove viveva con la moglie Carlotta del Belgio) si ritrovò imperatore del Messico. Una carica accettata forse in modo troppo superficiale, in un paese in piena rivolta sociale, che costò la vita al giovane principe di Casa d'Asburgo che ebbe solo il tempo di vedere l'emissione di tre francobolli dalla pur interessante storia postale.

Ancora storia postale, questa volta tutta italiana, è quella raccontata da Luigi Ruggero Cataldi in "Posta e postali": si tratta del "famigerato verbale mod. 13", creato nel 1861 e ancora vigente, con il quale l'amministrazione postale, tramite i cosiddetti "verificatori" sanziona i responsabili delle eventuali irregolarità nell'ambito della spedizione e consegna di lettere e pacchi.

Ma su Cronaca Filatelica c'è spazio come sempre per tantissime altre notizie che-  seppur ormai datate - sono di stringente attualità. Come la questione liberalizzazione dei servizi postali: "è partita senza un regolatore realmente indipendente", scrive Bogoni nella rubrica Area Italiana, "e con scarsi concorrenti". Tant'è vero che l'Antitrust, per il tramite del suo presidente Catricalà, contesta a Governo e Parlamento "il modello di Agenzia scelto nella bozza del decreto varato dall'Esecutivo e ora all'esame delle Camere per il parere". Secondo l'Antitrust, infatti, il compito di vigilare sul percorso della liberalizzazione del settore postale verrebbe affidato ad un organismo dipendente dalla Amministrazione pubblica che ne decide indirizzo e vigilanza e quindi non autonomo e imparziale, dato che Poste Italiane è essa stessa praticamente pubblica essendo in mano al Ministero dello Sviluppo Economico.

A chiudere questo numero di CF, la consueta FilGiovani, la rubrica di Nino Barberis che si interroga ancora fiducioso: "Verso una nuova era nella filatelia giovanile?" e quella dedicato al mercato con Sebastiano Cilio secondo il quale "Impazza la collezione 'modaiola' dei codici a barre", avvertendo però che "quando il prezzo raggiunge quote troppo elevate bisogna usare un pò di prudenza".

Infin, che dire se non che vorremmo fortemente che questo 379 non fosse l'ultimo numero di Cronaca Filatelica. Qualcosa di più di una semplice rivista, dato che ha accompagnato la nostra gioventù filatelica per quasi 40 anni. D'altronde negli ultimi anni la società, la cultura, la tecnologia e l'economia si sono modificate, addirittura stravolte. E la crisi della nostra filatelia è il frutto di queste modificazioni. Come sappiamo pure che nulla può restare immutato per sempre. Basta che segua i tempi. Quindi, chissà, CF potrebbe tornare: adeguata ai tempi!!!

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