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Cronaca Filatelica: con i Mondiali di calcio il riscatto del Sudafrica di Mandela

L'evento sportivo più rilevante delle ultime settimane è stato il campionato mondiale di calcio in Sudafrica. Un mese intero (dall'11 giugno all'11 luglio) denso di emozioni (e speranze!) che hanno visto trionfare la nazionale spagnola. Un evento che non poteva sfuggire all'attenzione di Cronaca Filatelica che ne ha fatto l'articolo di copertina del numero 373 di Giugno 2010. Mondiali che non solo hanno portato per la prima volta in Africa questo evento planetario ma in qualche modo sono stati la ricompensa per il Sudafrica di Nelson Mandela. Sullo stesso numero di CF anche articoli sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020, sulla nuova (prossima) busta postale italiana, sulle origini del servizio PT Business e la presenza di elementi e simbologie postali nei dipinti medioevali.

Cronaca Filatelica: con i Mondiali di calcio il riscatto del Sudafrica di Mandela

I campionati di calcio in Sudafrica si sono appena conclusi: la Spagna, seppur di misura (ma questo è capitato anche a noi quattro anni fa), si è aggiudicata la più importante e prestigiosa coppa planetaria. Ma l'evento sudafricano in realtà contiene al suo interno tanti primati assoluti che vanno ben oltre la semplice competizione sportiva. A cominciare dal fatto che è la prima volta che un campionato mondiale di calcio si svolge nel continente africano, ed in particolare nella nazione che ha praticato la segregazione razziale fino a qualche decennio fa. A Danilo Bogoni, sull'ultimo numero di Cronaca Filatelica (373, giugno 2010), non è passato inosservato nè l'evento nè il contesto: "I Mondiali di Mandela, vero gol del Sudafrica" titola infatti l'articolo di copertina della rivista. Un campionato di calcio che, postalmente, ha preso avvio già nel 2003 e che fino a giugno 2010 ha prodotto francobolli e foglietti con l'ormai conosciutissima mascotte, il leopardo "Zakumi". Quindi un mondiale africano e sudafricano, quello appena concluso, ma soprattutto il monndiale di Nelson Mandela "cominciato più di quarant'anni fa in un carcere di massima sicurezza, quello di Robben Island". Per l'occasione, l'autore approfondisce "i francobolli degli stati fittizi", ovvero i dentelli emessi da Transkei, Bophuthatswana, Venda e Ciskei, i cosiddetti "bantustan" sudafricani, indipendenti per alcuni anni prima di riconfluire nella grande nazione sudafricana.

Ma il 2010, ricorda Bogoni, è stato anche l'hanno del centenario del debutto della nazionale italiana: era il 15 maggio 1910 e gli azzurri giocarono e vinsero 6-2 all’Arena di Milano contro la Francia. Nessuna sottolineatura filatelica allora, ma vari francobolli hanno visto la luce per celebrare i campionati di calcio successivi, quelli cioè che l'Italia ha vinto nel 1934, 1938, 1982  e 2006. In realtà nel 1938 nessun francobollo. Ma solo quattro anni prima vi fu "la più impegnativa celebrazione postale italiana dei mondiali del pallone". nel 1934 prese corpo una super serie di 9 esemplari per il territorio metropolitano del Regno, altrettanti per le isole dell'Egeo e 12 per le Colonie.

E proprio ricordando le quattro coppe mondiali vinte dall'Italia, Domenico Sabbioni la butta li:  "Torneranno i fasti di Roma olimpica?", ricordandoci come la capitale si sia candidata ai Giochi del 2020. Il Comitato Olimpico Internazionale ovviamente non si è ancora pronunciato, ma l'evento qualora venisse attribuito alla città eterna, sarebbe senz'altro motivo di nuove e copiose emissioni, proprio come quelli, in due serie di 5 e 9 esemplari, emessi tra il 1959 e il 1960 per la XVII olimpiade, anch'essa svoltasi a Roma. E per approfondire lo storico legame esistente tra "Olimpiadi e filatelia" CF utilizza addirittura un testo del senatore Giulio Andreotti (rinomato collezionista) che narra storie ed episodi filatelici legati alle olimpiadi moderne.

Tornando alle cose attuali, Cronaca non poteva far finta di nulla su quella che è una "quasi novità" per la filatelia italiana ma che rimane francamente ancora solo una "quasi realtà": "D'improvviso, quest'estate: la busta postale", scrive Carlo Sopracordevole, presidente dell'Unione Filatelisti Interofili. Annunciato alla chetichella da Poste Italiane addirittura in maggio, l'intero postale che si prevedeva come la vera novità del 2010, non è ancora approdata agli sportelli. Ma questo oggetto è solo apparentemente inedito, dato che esistono alcuni precedenti nella storia postale, non solo italiana: ci sono intanto le famose Mulready inglesi, ma anche le buste emesse dalle poste austriache per i territori veneti, friulani, alto-atesini e dalmati, i saggi di buste durante il Regno d'Italia, la busta postale per le famiglie dei militari di truppa emessa nel 1915, quella annunciata e mai distribuita (ma di cui resta almeno un esemplare d'archivio) con il 50 lire della Siracusana. E poi, ricorda Sopracordevole, c'è anche quell'ibrido di seta emesso nel 2001, una via di mezzo tra busta e francobollo (dato che era adesivo su uno dei due lati).

Per quanto riguarda le novità dell'Area Italiana, "A sorpresa, in vista del 150° dell'Unità d'italia, arriva un inedito Cavour". Dato che "sia al ministero dello Sviluppo Economico sia a Poste Italiane piace sorprendere", sottolinea infatti Danilo Bogoni, ecco che in giugno è saltato fuori un francobollo celebrativo per il bicentenario della nascita di uno dei principali fautori dell'Unificazione del nostro paese. E mentre l'Italia continua a soprendere, filatelicamente, con il francobollo-calamita emesso a celebrazione della Federacciaci e del primo stabilimento siderurgico a Bagnoli, gli altri paesi del quadricamere italiano non stanno senza far nulla: dal Vaticano arriva il celebrativo dell'Anno giubilare celestiniano, dal Titano il ricordo dentellato per l'Inter Campione d'Italia e dallo SMOM un saluto postale per l'anno sacerdotale, ricordato anche dal Vaticano.

Clemente Fedele continua la sua rubrica di Storia Postale con un bell'articolo (zeppo di illustrazioni, tutte riccamente commentate) dedicato alla presenza di elementi postali in pittura. Questa volta, l'autore titola: "Lettere vive o nature morte?" con evidente allusione al fatto che sin dal Medioevo gli artisti hanno dipinto lettere e altri elementi tipici della vita e della pratica postale  di tutti i tempi. In modo particolare Fedele conduce il lettore tra trompe l'oeil e nature morte dal '400 in poi, di fattura italiana ma anche europea ed americana, in cui la lettera diventa un oggetto d'arte e da collezione, ma soprattutto un "soggetto" d'arte all'interno del dipinto.

Davvero molto belle le cartoline che Furio Arrasich pubblica nel suo articolo dedicato a "Modelle e modelli di via Margutta": personaggi maschili e femminili dell'800 romano ed in particolare provenienti da quella famosa "strada degli artisti" che fu in sostanza il cuore nevralgico di una vasta produzione di "costumi Romani", finiti tutti in cartolina a fine '800 proprio come accadeva contemporaneamente con scugnizzi e popolane sulle cartoline napoletane.

Giorgio Migliavacca va "Dentro la notizia" e propone una vicenza che si potrebbe definire di ordinario falso perbenismo americano: "atei estremisti si oppongono al francobollo Usa per Madre Teresa". La storia è di quelle che farebbero sorridere qui dalle nostre parti, ma in America è possibile che un piccolo gruppo di "atei" del Wisconsin abbia iniziato una campagna verso l'opinione pubblica tendente a ostacolare l'emissione del francobollo da 44c (il taglio cioè di maggior uso negli USA) dedicato alla religiosa albanese, Premio Nobel per la pace nel 1979 e beatificata da Giovanni Paolo II nel 2003.

Per la serie "Posta e postali", Luigi Ruggero Cataldi descrive un pezzo di storia recente dei servizi postali italiani, ovvero la nascita della divizione PT Business, interamente dedicata al mondo delle imprese e che sin dall'inizio è stata accompagnata anche da elementi postal-filatelici come annulli e affrancature meccaniche.

Infine, il consueto "sguardo al mercato" di Sebastiano Cilio ("Prezzi altalenanti per il Regno, tiene la Repubblica. Bene anche i servizi", che parte dai risultati economici rilevabili da eventi come Convegno di Verona e asta Bolaffi che in maggio costituiscono da alcuni anni il termometro della situazione italiana) e la stanza "Filgiovani" di Nino Barberis ("Essere filatelisti, oggi", ovvero una strigliatina d'orecchie ai Circoli e ai "grandi" che hanno abbandonato i giovani filatelisti per dedicarsi alle loro collezioni e novità).

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