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Lunedì, 29 Aprile 2024
 
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CF Giugno: valanga di francobolli per i campionati europei di calcio

E' arrivato in edicola l'ultimo numero di Cronaca Filatelica la cui copertina è ovviamente interamente dedicata ai Campionati europei di calcio in svolgimento in Svizzera e Austria. Per UEFA 2008, infatti, i due paesi organizzatori non si sono risparmiati dal punto di vista filatelico: decine le emissioni e pure molto stravaganti, come quella austriaca, presente in copertina, realizzata in gomma e con la forma tondeggiante di un pallone. Ma su CF di Giugno anche articoli sul Bimillenario della nascita di San Paolo, sul quarantennale dell'Expo del 1958 in Belgio (con ovvi richiami alla prossima italianissima Expo 2015), sulla recente istituzione di un club filatelico nel carcere di Bollate. Oltre alle consuete rubriche. Editoriale affidato come sempre al Signor No: la filatelia è stressata!

CF Giugno: valanga di francobolli per i campionati europei di calcio

E' arrivato puntualissimo in edicola il 351° numero di Cronaca Filatelica, quello di Giugno, che facendo due conticini, non poteva che essere dedicato agli Europei di Calcio in svolgimento in Svizzera e Austria (la partenza è avvenuta ieri con Svizzera-Rep.Ceca e Portogallo-Turchia, finita maluccio per i padroni di casa svizzeri ma, al contrario, benissimo, con grande divertimento e ottimo risultato, per i portoghesi di Scolari) e che sta catalizzando non solo l'attenzione del grande pubblico verso uno degli eventi sportivi più seguiti dopo i Mondiali di calcio e le Olimpiadi (anch'esse ormai imminenti in Cina), ma anche quello dei collezionisti: una valanga di francobolli è, infatti, arrivata proprio dai due paesi ospitanti UEFA 2008.

Argomento che non ha lasciato insensibile la redazione di CF che gli ha dedicato la cover story: "Per Euro 2008 va in campo il foot-bollo" è il titolo dell'approfondimento calcistico-filatelico realizzato "a sei mani" da Danilo Bogoni, Pierangelo Brivio e Simone Sessa.
"Se con i Campionati europei del 2004 il Portogallo aveva esagerato [...] emettendo una gran quantità di francobolli, con quest'edizione si è superato ogni limite", scrivono gli autori. Ed, infatti, se da parte sua la Svizzera se l'è cavata con 6 emissioni dal 2005 ad oggi, gli austriaci hanno migliorato il record dei portoghesi, realizzando 16 emissioni tra cui foglietti, francobolli di gomma a forma di pallone, minifoglio con cristalli Swarowski e l'ormai famoso "sdentellato" lenticolare da 5,45€ prodotto in Nuova Zelanda. Nessun confronto però tra la produzione portoghese del 2004 e quella austro-svizzera del 2008 per quanto riguarda i francobolli automatici: "Il calcio in Portogallo più automatico che in Austria", scrive Flavio Rota, che in due pagine e mezzo ricche di immagini repertoria e descrive la vasta gamma di "etichette" postali messe in campo da Lisbona quattro anni fa. Solo una manciata (quattro in verità) gli automatici emessi dall'Austria per UEFA 2008!
Per completare la panoramica sugli Europei di Calcio, non rimane che ripercorrere la storia filatelica della Coppa UEFA anche se... "Europei: in 48 anni scarse le celebrazioni postali": effettivamente sono davvero pochini i francobolli emessi per celebrare questo evento sportivo la cui prima competizione si svolse nel 1960 in Francia. Uno solo è italiano: l'80 lire emesso nel 1980 e disegnato da Aligi Sassu.

Da Svizzera e Austria, con un salto rapidissimo, si arriva in Belgio per ricordare, grazie al recentissimo foglietto emesso da Bruxelles, l'Expo di quarant'anni fa. "Nel '58 un'Expo atomica", titola Domenico Sabbioni, che prendendo spunto dalla frizzante carica di vitalità che l'Expo del 2015 sta già portando alla città di Milano, ricorda l'evento del 1958 rappresentato in tutta la sua grandiosità dall'emblematica immagine dell'Atomium, "simbolo dell'Expo e al tempo stesso esaltazione dell'atomo e della nostra epoca" oltre che "prodigiosa realizzazione tecnica ed estica". In quegli anni si era in piena Guerra Fredda, ma tutte le grandi nazioni del mondo, USA e URSS comprese, realizzarono padiglioni espositivi straordinari. Vi parteciò persino il Vaticano, con una Chiesa avveniristica con "tetto a scivolo". L'Italia, invece, non fece una grande figura: "all'appuntamento del 19 aprile 1958 l'Italia arrivò, tanto per non smentirsi, impreparata", ricorda Sabbioni. "Le critiche riguardavano sia la posizione scelta ma più ancora il fatto che solo l'8 maggio i visitatori poterono varcare la soglia del Padiglione italiano, oltretutto modesto". Filatelicamente, di quella partecipazione italiana all'Expo del '58, è rimasto ancora meno: l'ufficio postale mobile N.1 delle poste italiane riuscì a produrre solo buste ricordo sulle quali il francobollo da 60 lire approntato per l'occasione venne annullato con il datario in dotazione ed un cachet commemorativo. E se "Dopo tre tentativi nel 2015 l'Expo torna in Italia", Sabbioni completa l'argomento ricordando l'esperienza italiana del 1906, quando il capoluogo lombardo ospitò l'Esposizione Internazionale: di quell'Expo rimane lo "splendido Acquario civico in Parco Sempione". Delle altre manifestazioni in giro per il ondo, invece, restano anche numerosi francobolli che riproducono i simboli delle Expo di tutti i tempi, come la parigina Torre Eiffel del 1889 o la Space Needle di Seattle sul francobollo USA del 1962.

Gabriele Fabris scrive di "San Paolo apostolo delle genti". Anche se dall'Italia non ha avuto alcuna celebrazione filatelica, e il Vaticano non ha ancora deciso quando far uscire il suo francobollo, il Santo che "è stato e rimane indubbiamente una figura ambigua ma fondamentale del Cristianesimo" ha trovato il giusto spazio nella recente emissione dell'Ordine di Malta per il Bimillenario della sua nascita. Ma l'Anno Paolino, dimenticato quest'anno, nel 1961 ricevette ben altro omaggio dall'Italia: "più ancora dell'emissione vaticana, furono i due valori italiani che nel 1961 segnarono in un certo qual modo l'Anno Paolino" che "rappresentano una primizia: la stampa in quadricromia di un antico dipinto, con un risultato che allora, ma anche ora, è giustamente considerato "senz'altro buono, anche perchè le quattro componentni cromatiche sono in genere a registro, cosa che non si realizza molto facilmente in stampe di così piccolo formato e di così alta tiratura come i francobolli".
Ma a San Paolo sono stati dedicati negli anni decine di francobolli, sia direttamente (il tema paolino è ricorrente nei francobolli dell'Isola di Malta dove il Santo naufragò) che indirettamente attraverso quelli che raffigurano la facciata della Basilica di San Paolo "fuori le mura". Fabris ricorda anche che nel 1983, durante l'Anno Santo, la Basilica ospitò pure un ufficio delle Poste Vaticane: tutto normale dato che la chiesa non è in territorio italiano!

"Quello strano legame tra Palladio e gli Alpini", secondo Danilo Bogoni che ne scrive nella sua rubrica Area Italiana, "ha lasciato un pò interdetti". "Doveva celebrare Andrea di Pietro della Gondola, Andrea Palladio, [...] e invece l'emissione, in extremis passata da uno a due esemplari, ha finito col collegarsi, piuttosto forzatamente, all'Adunata degli alpini di Bassano". Ma il problema, sottolinea Bogoni, "non è tanto per le illustrazioni, peraltro splendidamente bulinate da Ciaburro, e neanche per il 60c aggiunto all'ultimo istante, piuttosto per la data: il 10 maggio". "Forse sarebbe stato più logico far uscire i francobolli il 30 novembre", data di nascita del Palladio.

Su questo numero di CF Furio Arrasich inizia una serie di articoli sulle Cartoline dedicate a "Le medaglie d'oro della II guerra mondiale", mentre Gabriele Fabris e Ernst Halsch continuano (è la 3a parte) l'articolo tematico su "L'ultimo Tiziano... in mostra a Venezia" con una rassegna dei francobolli emessi in tutto il mondo raffiguranti le opere del pittore veneto.

"Se il circolo filatelico nasce in carcere... "davanti ai francobolli sembra di essere fuori, liberi"" è il titolo dell'articolo-intervista ai protagonisti di una simpatica iniziativa nel carcere di Bollate (MI) in cui detenuti ed educatori hanno pensato bene di mettere a frutto la filatelia che "si sa, affratella e fa sognare". Una possibilità offerta, in verità, dalla politica meno punitiva e più educativa di un Istituto che si definisce "a custodia attenuata per detenuti comuni".

Infine, le consuete rubriche di CF. A cominciare da Uno sguardo al mercato di Sebastiano Cilio il quale evidenzia un settore della filatelia che evidentemente ha estimatori anche in Italia: le Colonie inglesi, infatti, "dopo un lungo periodo di tranquillità, nell'ultimo lustro hanno ripreso a veleggiare col vento in poppa". Bene la Repubblica Italiana, soprattutto le emissioni ante 1950 e il sempre richiestissimo "Gronchi Rosa", ma depressa la filatelia di San Marino "che procede sempre più tra mille difficoltà".

Si torna a parlare dell'Expo milanese in chiave questa volta "tematica": Nino Barberis nel suo Filgiovani non esita a definire "Buoni per i giovani i temi dell'Expo 2015": "Io mi accontento di sperare che nei sette anni che ci separano dalla realizzazione dell'Expo possa materializzarsi anche qualche collezione di ragazzi che interpreti in chiave filatelica i due fondamentali problemi che essa focalizza: cibo per tutti ed energia per tutti". Anche se, per la verità, dall'Expo si può passare facilmente ad altre tematiche come le "Fiere" o la "Città di Milano". Ma "non mettiamo troppa pappa al fuoco", si auto-limita Barberis: molto meglio concentrarsi sui primi argomenti che risultano già molto impegnativi ed evitare, per il momento, di divagare.

A chiudere CF di Giugno, come sempre in modo "originale" (per non dire "piccante", ma sempre "stimolante"), il Corsivo del Signor No che scrive: "Morta la filatelia? Macchè... è solo un pò stressata!". Uno stress che deriva "da noia, da monotonia, da immobilismo, dallo stare sempre chiusa in un album tra medagli, riverenze, cataloghi, rarità e altre forme d'antiquariato". La filatelia, quindi, "ha bisogno di uscire". Non certo dagli album, ma dagli schemi ormai vecchi e logori: "deve prendere coscenza di sè stessa e delle sue possibilità", "alzando il tiro e spaziare su nuovi mondi, dando meno importanza agli aspetti mercantili" e orientandosi più su quelli "culturali e di moderna attualità".

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