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Venerdì, 26 Aprile 2024
 
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Cataloghi, riviste e periti. Questioni aperte per Marcello Manelli (AIFS)

Ha recentemente costituito l'Associazione Italiana di Filatelia Specializzata, dopo aver fondato nel 1993, e guidato sino allo scorso luglio, la sorella maggiore AFIS. Marcello Manelli, nuovo presidente dell'AIFS, studioso e collezionista specializzato, perito filatelico, è molto conosciuto e apprezzato nel mondo filatelico italiano. Claudio Manzati gli ha rivolto alcune domande che spaziano dal ruolo dei cataloghi e delle riviste nel processo di rinnovamento della filatelia italiana, alle recenti novità nel settore peritale.

Cataloghi, riviste e periti. Questioni aperte per Marcello Manelli (AIFS)

Abbiamo rivolto una serie di domande a Marcello Manelli, Presidente della nuova Associazione Italiana di Filatelia Specializzata A.I.F.S. costituita durante l'estate (che ha già pubblicato il primo numero del suo notiziario, "L'Odontometro").

Molto interessanti le risposte che danno uno spaccato sui movimenti in atto nel panorama filatelico nazionale, nel quale si intravedono da qualche anno, seppur lievi segnali di risveglio.

D: Stiamo osservando in questi ultimi mesi alcuni importanti cambiamenti nel mondo filatelico quali: la creazione di osservatori, la nascita di nuove forme associative come ad esempio il Club della Filatelia d'Oro Italiana ed altre (come nel caso dell'AFIS) che perdono la guida storica che rifonda una nuova Associazione. Riesce a dare una spiegazione a tutto questo movimento?

R: La filatelia italiana sta passando un periodo difficile e le recenti iniziative, spesso agevolate da internet, a mio parere, non sono altro che tentativi volti a cercare soluzioni o comunque strade nuove e alternative al controllo da parte dei tradizionali riferimenti della filatelia nazionale. E' chiaro che mi riferisco in primo luogo ai cataloghi che, come è stato ben evidenziato in uno dei suoi ultimi articoli da parte di Benito Carobene, pubblicato sul n. 59 di “Qui filatelia”, sono spesso anzi, quasi sempre, ben lontani dal mercato reale, fatto questo gravissimo perché non solo così disorienta il collezionista ma, in alcuni casi, lo disaffeziona allontanandolo dalla filatelia. Il problema non è solo dei cataloghi ma anche delle riviste che non sempre hanno la capacità di interpretare gli interessi dei collezionisti.

Ecco quindi che nascono forum, riviste on-line e altre iniziative di informazione filatelica più immediate, quasi in tempo reale, che riescono spesso a rispondere o almeno cercano di rispondere alle aspettative dei collezionisti. Non ho dubbi sul fatto che nei prossimi tempi i cataloghi dovranno trovare un adeguato ridimensionamento, pena l'inevitabile perdita di credibilità.

La “perdita della guida storica” dell'A.F.I.S. non ha nulla a che vedere con tutto ciò in quanto derivante esclusivamente da problemi interni all'associazione. Semmai a proposito delle cosiddette Associazioni Nazionali Specializzate ritengo che potrebbero, anzi dovrebbero, avere un ruolo importante sia come referenti per i cataloghi (parte commerciale della filatelia) che per le riviste (parte culturale) nel primo caso per le conoscenze derivanti dallo studio dello specifico campo di interesse che porta alla compilazione già all'interno delle stesse associazioni spesso di cataloghi specializzati, nel secondo caso per gli argomenti dibattuti che non sono altro che quelli che poi interessano i collezionisti e che comunque li possono stimolare per approfondire settori particolari.

D : Ritiene Dr. Manelli che anche l’iniziativa di costituzione di un’Associazione Nazionale di Periti Filatelici promossa dalla Federazione e con il supporto dell’Associazione dei Commercianti faccia parte di questo momento di cambiamento del collezionismo filatelico?

R : Tasto molto dolente quello dei periti filatelici in Italia, anzi direi che va a braccetto con i due precedenti e cioè cataloghi e riviste. In pratica per semplificare e spiegare il mio pensiero: la filatelia è prima di tutto cultura e divertimento (non ho mai creduto alla filatelia come forma di investimento, neanche marginale) e, visto che l’aspetto commerciale è inscindibile da quello puramente collezionistico ne deriva l’importanza fondamentale dei cataloghi che dovrebbero guidarne e regolarne i flussi. In tutto questo si colloca l’attività svolta dal perito che dovrebbe essere garante, nei casi richiesti, nelle transazioni fra venditore e acquirente. In Italia purtroppo non esiste ancora un'Associazione che riunisca i Periti filatelici anche se appunto negli ultimi mesi qualcosa si sta muovendo; il mio recente tentativo, supportato dalla Federazione fra le Società Filateliche, non ha per il momento dato i risultati sperati anche se ho verificato un forte interesse sia appunto da parte della Federazione nella persona del suo Presidente Ing. Piero Macrelli che della Associazione Filatelista Italiani Professionisti Presieduta da Andrea Mulinacci.

Sono convinto che nei prossimi mesi qualche buon risultato si otterrà e penso sia inevitabile anche perché la situazione, è sotto gli occhi di tutti, sta per sfuggire di mano e sono gli stessi commercianti, stanchi di certificati "discutibili", i più interessati a che si arrivi ad una regolamentazione del settore peritale. E’ interessante notare come sono sempre più i commercianti che rilasciano certificati di garanzia, a mio parere quasi superflui, se non per l’immagine, visto che in un rapporto commerciale serio è sottintesa la buona fede del venditore e la conseguente disponibilità all’eventuale risarcimento in caso di “problemi”, secondo me confondendo con ciò il compratore che pensa di trovarsi in mano una dichiarazione di autenticità, cosa che in realtà non è.

Per intenderci, visto che si tratta di dichiarazioni compilate da commercianti, generalmente non periti filatelici, si potrebbe verificare il caso di certificazioni riguardanti oggetti falsi, senza con questo intaccare minimamente la credibilità del commerciante che li ha rilasciati, essendo semplicemente uno scritto attestante la buona fede nell’atto commerciale con la possibilità del cosiddetto “recesso”, ma intanto l’ignaro collezionista si è portato a casa e ha messo in collezione un falso che il più delle volte lì rimane definitivamente. Concludendo il compito del Perito è fondamentale e la regolamentazione all’interno di un’Associazione indispensabile per dare credibilità alla nostra Filatelia che sta perdendo colpi ogni giorno che passa.

D : Quale futuro intravede per la Filatelia Specializzata nel panorama del collezionismo italiano ed internazionale?

R : La Filatelia specializzata si potrebbe definire più propriamente Filatelia Avanzata nel senso di Filatelia che ha superato la fase diciamo “da principiante” e, come avviene nella maggior parte delle attività sportive e non solo, decide di “avanzare” nella competenza quindi arrivare a collezionare in modo più approfondito.

La cosa strana in filatelia è che il collezionista rimane di solito a livello principiante, come se lo sciatore continuasse tutta la vita a scendere a “spazzaneve” o il surfista continuasse a cavalcare onde di venti centimetri, in questo “aiutato” da commercianti che, anche per ignoranza, preferiscono mantenere il cliente in uno stato infantile filatelico e anche in questo cataloghi e riviste hanno forti responsabilità, si tratta di un fatto di educazione alla Filatelia che manca; chi ha la possibilità di sfogliare le riviste filateliche fino agli anni ’60 si accorgerà della differenza. I cataloghi “semplificati” poi, veri gioielli di superficialità, pure elencazioni di etichette adesive ovvero listini di vendita sono la vera morte della filatelia, autentiche istigazioni all’ignoranza filatelica; il collezionista in essi non trova neppure la curiosità di domandarsi cosa mai saranno quei francobolli magari scritti con caratteri più piccoli.

Penso che comunque la Filatelia Specializzata sia la Filatelia con la F maiuscola e, come è nata con il primo francobollo, così andrà avanti. Certo sarà importante stimolare il collezionista per farlo avanzare e fargli capire che la filatelia non è soltanto una raccolta di figurine ma può essere qualcosa di più.

D : La sua decisione di lasciare l’AFIS e di fondare l’AIFS mostra di fatto un forte dissenso con il Comitato Direttivo, ma dopo tanto lavoro e sacrificio personale nel tenere le redini dell’AFIS non era possibile trovare una soluzione meno traumatica?

R : Non intendo scendere in polemica, da subito in pochi e chiari scritti ho espresso come avrei impostato il “timing” dalle mie dimissioni alla restituzione dei “materiali” di giusta appartenenza dell’AFIS, cosa che puntualmente ho eseguito. Riguardo al dissenso con il CD dell’AFIS in realtà si è creato nei confronti di alcuni mentre con gli altri non ci sono mai stati problemi. Semmai c’è da dire che gli altri componenti del CD hanno continuato, nonostante i segnali di dissenso da parte mia, ad accettare una situazione di stallo che negli ultimi mesi si era resa insostenibile.

Sono stato criticato per avere accentrato la gestione, posso dire solo una cosa che queste critiche, eventualmente, le potrei accettare solo da chi ha lavorato; adesso la bicicletta è libera e auguro una buona pedalata alla nuova reggenza. Ho lasciato, la bicicletta con pneumatici gonfi, catena ben lubrificata e la sella in ottime condizioni. Ho l’impressione che già alla prima salita il fiato sia corto. Comunque a parte le metafore la struttura dell’AFIS e in particolare lo statuto non prevedendo assemblee dei soci o altro per l’elezione del CD se non la riunione elettorale appunto dello stesso, mi ha portato a scegliere la soluzione forse più traumatica ma logica e cioè quella di dare le dimissioni. I fatti poi che sono seguiti e le reazioni mi hanno più che mai convinto della giustezza delle valutazioni e delle scelte.

D : Che valutazione da sul "dualismo" che potrebbe adesso generarsi tra AFIS e AIFS?

R : Non vedo dualismo semplicemente ho scelto di cambiare nome alla barca continuando la stessa rotta; chi mi conosce sa che non è il risultato che mi interessa come obiettivo immediato quanto il percorso che non necessariamente deve essere il più breve ma senz’altro il più interessante e se si deve affrontare Capo Horn ben vengano onde e vento come pure non è il numero dei componenti l’equipaggio che credo sia importante quanto la qualità; e se il percorso è virtuoso allora il risultato è buono. Come vedete non può esistere dualismo così come due barche possono percorre la stessa rotta o rotte diverse, una essere davanti l’altra dietro, ma se non ci si prefigge un traguardo il davanti o il dietro non hanno senso. Non mi interessano le competizioni preferisco percorre la mia rotta e, se sono in testa, …… cambio direzione.

D : Un’ultima domanda: cosa vorrebbe vedere realizzato da parte dell’AIFS nei prossimi cinque anni ?

R : L’attività dell’AIFS continuerà ad essere più o meno quella che ho condotto con l'AFIS. Una speranza più che un risultato: che la Filatelia italiana si scrolli di dosso quella patina di vecchiezza tanto triste per vestirsi degli abiti di una nuova Filatelia più vitale e rivolta ai giovani e in questo la Filatelia specializzata o avanzata si potrebbe porre come, quello sì, punto di riferimento per chi superate la fase elementare decide di cimentarsi in un percorso “universitario”.

NOTA DELLA REDAZIONE: questa intervista è stata pubblicata contemporaneamente sui siti delle associazioni CIFO (www.cifo.eu) e AISP (www.aisp1966.it).

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