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Sabato, 18 Maggio 2024
 
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Antitrust: via le tariffe postali agevolate che aiutano solo Poste Italiane

Stamane l'Antitrust ha inviato una segnalazione ai presidenti di Camera e Senato, al Primo Ministro e ai Ministri dell'Economia e delle Comunicazioni con la quale si richiede di modificare l'attuale sistema di sostegno statale ai settori dell'editoria e del no-profit eliminando le tariffe postali agevolate che privilegiano esclusivamente e ingiustificatamente Poste Italiane impedendo ad altri operatori privati di fare offerte in regime di concorrenza per analoghe prestazioni postali.

Antitrust: via le tariffe postali agevolate che aiutano solo Poste Italiane
Dopo l'istruttoria aperta nell'agosto scorso per presunta posizione dominante nel settore della posta massiva, Poste Italiane finisce ancora una volta nel mirino dell'Antitrust per la questione delle tariffe postali agevolate nel settore dell'editoria.

Questa mattina, infatti, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, presieduta da Antonio Catricalà, ha notificato ai presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio e ai ministri delle Comunicazioni e dell'Economia, una "segnalazione" contenente alcune osservazioni in merito al contenuto dell'articolo 10 (commi 5-8) del Decreto Legge 1° Ottobre 2007 n. 159 recante "Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale" (pubblicato in G.U. del 2 ottobre scorso).

Tale decreto, rientrante nella manovra finanziaria 2008, prevede che a decorrere dall'esercizio finanziario 2008 l'importo della compensazione dovuta a Poste Italiane SpA da parte dello Stato (così come previsto dal Decreto Legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio  2004, n. 46) quale rimborso per le tariffe postali scontate a favore delle spedizioni di prodotti editoriali e per il settore no-profit, venga ridotto del 7% con riferimento agli importi annui relativi a ciascuna impresa editoriale.

La segnalazione dell'Antitrust sottolinea come questo meccanismo di compensazione riconosciuto soltanto a Poste Italiane crei una grave distorsione concorrenziale: in pratica altri operatori postali privati non hanno la forza e la capacità di praticare offerte competitive agli editori e agli enti no-profit per questo tipo di prestazioni. Tutto ciò pone Poste Italiane in un "regime agevolato" in contrasto non solo con le norme che tutelano la concorrenza e il mercato ma anche con la disciplina editoriale, che proprio in questo periodo è in fase di ridefinizione.

Poichè il decreto collegato alla finanziaria continua a prevedere un meccanismo di tariffe postali agevolate (seppur riducendone la compensazione), per l'Antitrust diviene "urgente" un intervento, da  attuare in sede di conversione del decreto, che garantisca il diritto di scelta del fornitore  del servizio postale sia per gli invii di prodotti editoriali sia per gli invii delle associazioni no-profit. L'Autorità, quindi, indica come strada da seguire l'eliminazione del sistema delle agevolazioni tariffarie che "privilegia ingiustificatamente Poste Italiane", facendo in modo, piuttosto, che il "pur necessario sostegno" agli operatori dei settori interessati avvenga attraverso forme di credito d'imposta calcolato sulla base delle spese postali sostenute. Una soluzione peraltro già prevista nel disegno di legge sull'editoria appena varato dal Consiglio dei Ministri seppure limitatamente alle spedizioni dei prodotti editoriali in abbonamento.

Attuando queste modifiche legislative verrebbero sia ripristinate le condizioni di concorrenza nel settore postale (permettendo agli operatori già presenti sul mercato, ed eventualmente a quelli nuovi entranti, di poter offrire servizi alternativi a quelli dell'operatore dominante), sia incentivate le imprese ad una maggiore efficienza nella fase della distribuzione, "con significative ricadute in termini di innalzamento del livello di qualità del servizio a beneficio dei consumatori e di aumento della domanda di prodotti editoriali in abbonamento, ponendo le basi per una crescita del mercato."

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