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Venerdì, 03 Maggio 2024
 
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Aicpm: Teste di tigre, i primi francobolli dell'Afghanistan

Le famose "teste di tigre" afghane sono i francobolli scelti da Valter Astolfi per illustrare uno dei capitoli di storia postale più intriganti e poco conosciuti sull'ultimo numero della rivista dell'AICPM "Posta Militare". Nati nel 1828 e stampati in modo artigianale in più tirature, i primi francobolli del paese asiatico sono delle semplici stampe circolari su carta non dentellata, pur restando affascinanti e misteriosi oggetti da studiare. Tanti gli argomenti trattati su questo numero: la censura postale durante la RSI, i servizi postali francesi in Italia durante la Grande Guerra, la posta dei prigionieri di guerra in Italia durante il 1943.

Aicpm: Teste di tigre, i primi francobolli dell'Afghanistan

Quali sono gli obiettivi dell'Associazione Italiana dei Collezionisti di Posta Militare? La risposta la fornisce direttamente Piero Macrelli, presidente del sodalizio, nell'Editoriale che apre l'ultimo numero della rivista "Posta militare e storia postale" (n. 114, febbraio 2010): "tenere alto e vivace l'interesse dei soci verso le loro collezioni". Ed in effetti, l'Associazione è una delle più attive e vivaci a livello nazionale con quattro riviste all'anno, un seguitissimo sito web, uno o due volumi annuali di approfondimento e addirittura un sistema interno di vendite (sia a prezzo fisso che in forma di asta) che attira ormai centinaia di collezionisti.
E le forme di dialogo con i soci non si fermano qui: sul sito, infatti, è presente la rubrica "filo diretto" (domande e risposte di tipo storico-postale) e presto verranno attivate la sezione "colloqui con i soci" su temi specifici e una "galleria" fotografica con i pezzi (documenti di storia postale e posta militare, naturalmente) più importanti provenienti dalle collezionisti degli iscritti.

Tornando alla rivista, che abbiamo sempre il piacere di sfogliare, anche questa volta ospita articoli di grande interesse.

A cominiciare da "Afghanistan. La nascita del servizio postale e l'epoca dei francobolli a disegno circolare: 1870-1892", un articolo monotematico di Valter Astolfi sulle prime emissioni del paese asiatico da alcuni anni alla ribalta della cronaca per i fatti di guerra che coinvolgono anche il nostro paese. Dopo alcuni fondamentali "cenni storici, geografici e di carattere generale", Astolfi illustra gli eventi che hanno accompagnato il periodo pre e post-filatelico afghano, ovvero le due guerre con l'Inghilterra del 1839/1842 e 1878/1880. I primi francobolli afghani, i famosi circolari "testa di tigre" (o come verrà spiegato nella trattazione, non è affatto escluso che si tratti di "testa di leone"), sono stati prodotti in modo del tutto artigianale in più emissioni a partire dal 1828. L'articolo illustra attraverso documenti originali, anche gli uffici postali noti in quel periodo, gli annullamenti (in realtà del tutto assenti, dato che i francobolli venivano "annullati" semplicemente strappando via piccole porzioni di carta), le diverse colorazioni (cui corrispondevano i vari uffici d'impostazione), le tariffe e le affrancature più comuni.

Tocca quindi a Luigi Sirotti e alla seconda parte del suo articolo di Storia Postale d'Italia dedicata a "La censura postale in Italia dopo l'8 settembre 1943, nei territori della RSI o controllati dai tedeschi". Il servizio postale con l'estero, infatti, era rimasto sospeso dall'8 settembre 1943 fino al gennaio 1944, poichè l'Alto comando germanico aveva ordinato la chiusura di tutte le frontiere. A partire dal 1944, lentamente, le comunicazioni postali ripresero a funzionare, inizialmente verso i paesi confinanti (Francia, Svizzera e Croazia, attraverso l'ufficio di censura di Monaco di Baviera e forse attraverso una sezione distaccata a Chiasso, per le corrispondenze dirette dalla Lombardia al Canton Ticino) e via via estese ad altri paesi. Nell'articolo, arricchito di cartine geografiche e documenti postali partiti dall'Italia, si elencano tutti gli uffici di censura tedeschi (non solo attivi in Germania ma anche nei vari paesi soggetti ai tedeschi).

Si torna indietro alla Prima Guerra Mondiale con "Il servizio postale per i militari francesi in Italia", in cui Franco Napoli tratta delle corrispondenza dei militari d'oltralpe presenti in Italia durante la grande guerra. In particolare, adeguatamente supportato dalla riproduzione di cartoline e documenti postali di grande interesse, si ripercorre la collaborazione italo-francese nel periodo 1915-1917, collaborazione estesa anche ai servizi postali che nei primissimi tempi erano semplicemente affidati (direttamente e indirettamente) ai servizi postali militari e civili italiani. Con la costituzione dell'Armata d'Oriente (che aveva il compito di fronteggiare la Bulgaria entrata in guerra a fianco degli Imperi Centrali e di proteggere l'alleata Serbia) e la continua moria di soldati francesi che raggiungevano le coste greche su convogli marittimi attaccati dai sottomarini austro-tedeschi presenti nel Mediterraneo, gli italiani acconsentirono che l'Armata si spostasse in treno lungo lo stivale, fino ai porti di Taranto e Brindisi. Sullo stesso tragitto viaggiarono anche le corrispondenze e i pacchi dei militari francesi di stanza in Oriente.

Enrico Bettazzi e Antonio Pasquini affrontano, invece, un altro grande capitolo di posta miliare, quello cioè dei "Prigionieri di guerra in Italia nel secondo conflitto mondiale". A partire dal settembre 1943, infatti, migliaia di soldati alleati (sia britannici che sudafricani, australiani, jugoslavi, greci, ecc.) caduti prigionieri durante le battaglie che impegnarono gli italiani su tutti gli scacchieri africani ed europei, vennero concentrati in decine di campi disseminati sia in Italia che nelle colonie.  Durante la loro prigionia, gli internati utilizzarono cartoline e biglietti in franchigia per informare del loro stato di salute le famiglie d'origine. Molte di queste corrispondenza sono riprodotte a colori nell'articolo.

Completa il n.114 della rivista AICPM, Matteo Polo Fritz che scrive un nuovo capitolo della I Guerra d'Indipendenza. Il rinvenimento nella collezione dell'autore di un'inedita missiva da Galliate per Annecy dell'11 agosto 1848, recante un annullo con la dicitura "R.a Posta Militare Sarda" senza numero, in stampatello diritto e di colore nero, la cui analisi consente di aggiungere nuovi particolari alle notizie già pubblicate in passato, compresa una nuova formulazione della scala di rarità degli annulli militari sardi.

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