80 anni d'Imperiale: una serie, tante collezioni

La serie "Imperiale" compie 80 anni: giunse infatti agli sportelli postali il 21 aprile 1929, anche se già il giorno 20 a Roma nell'ufficio filatelico del Ministero delle comunicazioni i collezionisti poterono acquistarla. 

Una serie piena di record: la prima serie ordinaria stampata con moderni sistemi rotocalcografici, capace di soddisfare razionalmente tutte le esigenze tariffarie, facile da integrare con eventuali valori aggiuntivi e soprattutto capace di resistere all'impatto della guerra e dei cambiamenti di regime.

Nata mentre il regime fascista era saldo in sella, perfettamente adattata alla nuova retorica ("imperiale", appunto) predominante dopo la conquista dell'Etiopia, entrata baldanzosamente nella seconda guerra mondiale, usata contemporaneamente senza modifiche per molti suoi valori dal Regno del Sud e dalla Repubblica Sociale Italiana, soprastampata  a Napoli, a Roma, a Verona e così via, ancora massicciamente impiegata dopo la Liberazione a fianco della Democratica, fino a terminare il suo periodo di servizio già in Repubblica.
Insomma "una serie per tutte le stagioni", come Franco Filanci e Danilo Bogoni hanno intitolato il loro studio di questa emissione, pubblicato anni fa dalle Poste Italiane.

La  serie imperiale può da sola alimentare un'infinità di collezioni: da quelle filateliche tradizionali, con le sue tirature, i numeri di tavola, le varianti, a quelle storico-postali per l'accavallarsi delle tariffe e il susseguirsi di regimi, occupazioni e usi fuori dai confini. Ma quello che può sfuggire è la sua dimensione pura e semplice, poco percepibile nella dispersione tra pagine differenti (e spesso volumi differenti) dei cataloghi filatelici.

Mi sono divertito a contare i francobolli e gli interi postali che recano vignette di tipo "imperiale" in senso stretto, escludendo cioè la serie sorella "miti e simboli" di posta aerea, gli espressi, i francobolli di posta pneumatica, le impronte di valore dette di "tipo Albania" (la cui parentela con l'Imperiale è purtuttavia evidente).
Escludendo anche le emissioni dallo status più incerto, come i soprastampati repubblichini di Alessandria e le emissioni CLN che hanno interessato questa serie (Ariano Polesine, Domodossola, Mantova), ho contato circa 300 francobolli differenti e oltre 90 tipi di interi postali (tra cartoline e biglietti)! E sicuramente mi sarà sfuggito qualcosa.
Comunque nel totale non ho incluso varianti e sottotipi e, negli interi, i sottotipi e le differenti illustrazioni (che sono qualche centinaio).

Ho così compilato questo elenco per dare l'idea della complessità di questa serie. Il raggruppamento dei valori è ovviamente molto personale e altamente discrezionale.

Esaminando la tabella si possono addirittura ipotizzare collezioni "monovalore".

Ad esempio, consideriamo uno dei valori più comuni della serie imperiale, il 50 centesimi con effigie reale: emesso per un'affrancatura comunissima, quella della lettera ordinaria per l'interno, questo valore ha "figliato" altri 34 francobolli tra appendici di propaganda bellica, soprastampe PM, GNR, RSI, Somalia e occupazioni varie; compare inoltre su una dozzina di biglietti postali differenti.

Già procurarseli tutti con le relative specializzazioni (tirature, sottotipi di sovrastampe, varianti ecc.) non sarebbe semplicissimo anche perchè alcuni pezzi sono assai rari; per non parlare di una ricerca storico postale sugli usi nelle differenti versioni. Analoga la situazione per un altro valore apparentemente comune, cioè il 30 centesimi, sempre con effigie reale: 37 francobolli diversi e 34 cartoline postali tipo (senza cioè considerare il notevole numero di differenti vignette apposte sulle CP).

Bibliografia:
IMPERIALE. Una serie per tutte le stagioni, di Franco Filanci e Danilo Bogoni - Ed. Poste Italiane, 1995