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50 anni di Europa postale attraverso i bollettini illustrativi

Sono cinquanta i bollettini illustrativi, relativi ad altrettante emissioni filateliche italiane, che Danilo Bogoni e Franco Filanci hanno utilizzato per raccontare mezzo secolo di storia dei servizi postali in Europa. Nel vecchio continente, sin dai tempi più antichi, sono stati molti i tentativi, più o meno riusciti, di unificazione delle poste nazionali e persino della circolazione monetaria. Fu solo nel 1959 che la nascita della CEPT concretizzò l'idea di un'Europa unita anche a livello postale. E a sancire l'integrazione e la condivisione di tariffe e regole, furono anche emessi francobolli accomunati dal medesimo soggetto.

50 anni di Europa postale attraverso i bollettini illustrativi

Nonostante il titolo lo faccia immaginare, l'ultimo libro scritto congiuntamente da Danilo Bogoni e Franco Filanci "Europa 50 una storia dentellata" (edito da Poste Italiane, 124 pagine, senza indicazione di prezzo) non parla solo di filatelia e dei vari francobolli repubblicani emessi a celebrazione dell'idea europea. In esso si può leggere anche di servizi postali, di monete e di bollettini illustrativi, "prodotti filatelici" nati quasi per caso nel 1954 e che sono serviti agli autori per raccontare mezzo secolo di Europa.

Un'Europa che - si legge nella prefazione - "è stata la culla della posta quando, all'alba del Rinascimento, ha iniziato a sviluppare quei sempre più rapidi sistemi di comunicazione a distanza e quelle idee e normative talvolta rivoluzionarie che ne hanno fatto per secoli uno dei pilastri della società civile".

Posta che, a sua volta, è stata culla dell'Unità europea "con la sua necessità pratica di abbattere le frontiere per agevolare i servizi, con le sue convenzioni postali bi- e multilaterali, con le agevolazioni tariffarie" ma anche con l'appoggio dato ad una unificazione monetaria a livello continentale, con i suoi francobolli, "capillare veicolo di comunicazione" e, almeno per l'Italia, con i bollettini illustrativi veri e propri comunicati stampa di origine ministeriale contenenti articoli e documenti firmato da personalità.

Il primo capitolo è dedicato ai servizi postali europei: dal cursus publicus di epoca romana fino alla CEPT e a PostEurop, dalla scarsella medioevale al codice postale napoleonico, che per la prima volta trasformava la lettera da semplice merce a oggetto di un servizio pubblico essenziale. La posta e la sua storia dell'ultimo secolo e mezzo vengono ripercorse a cominciare dal Congresso di Parigi del 1863 che, seppure con finalità e scopi ben limitati, stabilì i principi fondamentali che sarebbero stati alla base delle future convenzioni tra stati: uniformità di pesi, formati e tariffe, tipi di oggetti di cui la posta avrebbe dovuto occuparsi, semplificazione dei diritti di transito tra i vari stati attraversati, vaglia internazionali.

In realtà a Parigi gli stati europei, più Costarica, Stati Uniti e Isole Sandwich, non decisero granchè e fu necessario aspettare fino al 9 ottobre 1874, per raggiungere un vero accordo a livello internazionale sulle questioni postali: a Berna prese le mosse l'Unione Generale delle Poste (il cui trattato entrò in vigore solo l'anno successivo) in base al quale i paesi aderenti formavano un solo territorio postale con tariffe uniformi e nessuna tassa di scambio.

Dopo molti esperimenti di integrazione, il traguardo più rilevante fu quello del 1959, con la nascita della CEPT, la Conferenza Europea delle Poste e Telecomunicazioni le cui radici si possono in verità ritrovare in eventi più antichi, come la Conferenza europea dei bibliotecari delle Poste (Berna, 1953), la Conferenza delle costruzioni P.T.T. (Monaco di Baviera, 1953) o la Conferenza europea dei funzionari delle poste, telegrafi e telefoni (Parigi, 1955).

Ma la vera svolta avvenne nel 1956: i sei paesi che qualche anno più tardi avrebbero firmato i Trattati di Roma (Belgio, Francia, Repubblica Federale di Germania, Italia, Lussemburgo e Olanda) riuniti a Parigi decisero di concretizzare l'idea di un'unica Europa postale da realizzarsi anche attraverso un francobollo comune. Il francobollo è quello famosissimo di Daniel Gonzague che offre, nella grafica stilizzata di un edificio in costruzione, il concetto lungimirante e primordiale dell'Europa moderna. Un soggetto simbolico, e sintetico nello stesso tempo, in linea con la filosofia che era alla base della nascente Europa sociale e politica. Molto distante, purtroppo, dai soggetti presentati dall'Italia: "l'abitudine tutta italiana all'illustrazione e all'allegoria, e quindi a una creatività puntata più alla descrizione che all'astrazione, finì per metterli fuori gioco", nonostante nomi importanti come Lazzarini, Melis, Savini e persino Aurelio Ponsiglione, Direttore Generale delle Poste.

Una storia lunga e affascinante, quindi, che Bogoni e Filanci ripercorrono attraverso i bozzetti realizzati dall'Italia per i primi "giri" dentellati europei e i bollettini illustrativi delle 50 emissioni a tema Europa (prima targate CEPT e poi, con la nascita nel 1993 di PostEurop, della sola parola "Europa").
Di ciascuno vengono riprodotti i francobolli, con i dati tecnici fondamentali (data di emissione, riferimenti normativi, ecc.) e la riproduzione integrale degli articoli contenuti e firmati da personalità di rilievo della politica e della cultura italiana, da Gaetano Martino (ministro degli Esteri, sul bollettino del 1956 relativo alla prima emissione) sino a Gianfranco Fini (ministro degli Esteri a distanza di 50 anni esatti, sul bollettino del 2006), passando per deputati, ministri, professori universitari. Si tratta, forse, di una delle pochissime pubblicazioni che scrive di bollettini illustrativi e della loro genesi: nati l'8 luglio 1954 con ciò che nelle intenzioni era solo un comunicato stampa destinato ad accompagnare l'emissione per il 7° Centenario della nascita di Marco Polo, i bollettini sono un'invenzione tutta italiana. Infatti, quello del 1954, una semplice "circolare" destinata alle autorità, fu subito richiestissimo. E di qui alla produzione per i collezionisti il passaggio fu breve (tanto che ne vennero realizzate due versioni, una solo in lingua italiana e un'altra anche in inglese, francese e finanche cinese).

Continuando a sfogliare le pagine di questo bel libro ci si imbatte, non per caso, in monete e unioni monetarie. La posta si occupa anche di monete? Certo, dato che sin dai tempi più remoti, li dove non c'erano istituti bancari, erano le amminitrazioni postali a sopperire alle esigenze degli utenti. Negli anni settanta dell'800, ad esempio, nel Regno d'Italia nacque la prima Cassa di Risparmio postale. Ma la questione monetaria era ben più complessa: per tutto il XIX secolo (e pure in quello successivo), era invalsa l'abitudine da parte delle banche dei vari stati di accettare e cambiare monete di stati esteri, grazie a convenzioni bilaterali. Vi furono numerosi tentativi di unificare la circolazione monetaria in Europa e "allo scopo di mettere ordine in questa Babilonia monetaria, ogni tanto intervenivano le Poste" che pubblicavano sui loro Bullettini Postali (e successivamente pure Telegrafici) gli elenchi aggiornatissimi delle monete che avevano corso legale in Italia e potevano essere scambiate presso le pubbliche casse. Le poste svolgevano quindi un ruolo di primaria importanza, soprattutto in epoche in cui le banche erano presenti solo nelle grandi città.

EUROPA 50 una storia dentellata
Danilo Bogoni e Franco Filanci
124 pagine
Editore: Poste Italiane Filatelia
Anno: 2007
Nessuna indicazione di prezzo

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