ATTENZIONE!!! Philweb si è trasformato.
Dal 24 settembre è diventato un blog. Clicca qui e corri subito a vederlo!

Philweb.it - Home
Main Navigation
Mercoledì, 24 Aprile 2024
 
Ultime notizie

Editoriali

Nel regno dei falsi: la nuova moda dei francobolli... stampati!

Dalla mancata emissione del francobollo dedicato alla città di Fiume, un nuovo pericoloso fenomeno commerciale si sta diffondendo attraverso la rete. Su un noto sito di aste on line c'è chi propone l'acquisto di buste regolarmente viaggiate con l'immagine stampata di francobolli non ancora emessi da Poste Italiane. Nonostante le fantasiose descrizioni degli oggetti, considerati addirittura errori e varietà, si tratta unicamente di falsi realizzati ad hoc per i collezionisti. Philweb mette in guardia i propri lettori dall'acquisto di tali buste. La produzione e la diffusione di francobolli falsi, anche in buona fede, è difatti punibile ai sensi del codice penale...

Nel regno dei falsi: la nuova moda dei francobolli... stampati!
Un nuovo pericolosissimo fenomeno si sta diffondendo attraverso internet: il commercio di falsi francobolli fatti viaggiare per posta prima della prevista data di emissione.

Si tratta, in particolare, di normalissime buste bianche sulle quali alcuni personaggi si sono divertiti a stampare, con una normalissima stampante collegata ad un pc, l'immagine di francobolli non ancora emessi, nelle dimensioni e nei colori originali. Tali buste, una volta imbucate in una normale cassetta di impostazione, hanno viaggiato regolarmente, con tanto di bollo del CMP di turno.

Tutto ha avuto inizio a pochi giorni dal rinvio dell'emissione dedicata alla città di Fiume, con una prima timida apparizione, su un noto sito di aste on line, di una busta recante la stampa di tale francobollo regolarmente bollata dal CMP di Roma Fiumicino. Pensavamo si trattasse dell'iniziativa isolata di qualche bontempone, destinata a fallire in breve tempo per la propria palese assurdità (tanto più che nell'inserzione era specificato si trattasse di una stampa da computer), ed invece...

Tale prima inserzione ha fruttato diverse decine di euro nelle tasche del venditore, ed in poco tempo annunci simili si sono moltiplicati. Acquirenti più o meno consapevoli hanno iniziato ad offrire cifre a dir poco assurde per oggetti realizzati con una spesa di poche decine di centesimi.
Ciò che è nato come un gioco, anche con la semplice stampante collegata al pc di casa, è divenuto ben presto un vero e proprio business per chi produce e immette sul mercato tali carabattole, realizzando profitti a dir poco considerevoli in barba ad ogni logica e normativa.

Pensavamo, inoltre, che il pericoloso fenomeno fosse limitato alla scia determinata dal ritiro del francobollo per Fiume, ma l'altro giorno abbiamo scovato in rete, sempre sul solito sito d'aste, una busta realizzata addirittura con la stampa del francobollo dedicato all'ingresso dell'Italia nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la cui uscita è regolarmente prevista per il prossimo 1° dicembre.

Philweb, a questo punto, intende mettere in guardia i propri lettori da tali oggetti, che francamente riteniamo di interesse filatelico pressoché nullo, essendo dei puri e semplici falsi costruiti appositamente per la vendita a collezionisti.

Abbiamo passato in rassegna tutte le inserzioni che da qualche settimana a questa parte hanno proposto francobolli "stampati", ed abbiamo riscontrato le descrizioni più ridicole inserite dai venditori.

In una inserzione nella quale è proposta una delle buste con la stampa del francobollo di Fiume, ad esempio, si apprende che la stessa è stata "per errore spedita e per errore ancora più grave regolarmente timbrata da ufficio postale".
Concordiamo nell'affermare la gravità del fatto che Poste ormai non riesca più a controllare ciò che arriva nei propri impianti di lavorazione (alla faccia dei tanto decantati impianti ultramoderni che riescono a leggere la fluorescenza dei francobolli!), tuttavia riteniamo assurdo paragonare le due situazioni, completamente differenti tra loro. E ci chiediamo come sia possibile spedire "per errore" una busta recante un falso francobollo e, dopo che "per errore" sia stata timbrata e recapitata, metterla in vendita come se nulla fosse su un sito di aste on line! La circostanza è ancora più inspiegabile se si considera che, a quanto pare, le buste spedite "per errore" dalla stessa mano sono state sicuramente più di una.

C'è, poi, chi sostiene che "non si tratta di falsi" e che addirittura l'errore sarebbe stato "ufficializzato" da Poste con l'apposizione del proprio timbro. Secondo tale persona, dunque, stampare con il proprio pc buste recanti l'immagine di un francobollo nelle dimensioni e nei colori originali non vorrebbe dire creare dei falsi. Anzi, se poi tali buste, spedite "per errore", venissero anche timbrate da un qualsiasi CMP, allora sarebbe tutto regolare. Semplicemente assurdo!

Altrettanto assurda è l'affermazione di un altro venditore, secondo il quale "il francobollo non ha valore facciale in quanto non è stato ancora emesso ufficialmente dato il ritiro immediato alla sua emissione". Probabilmente a tale persona deve essere sfuggito un piccolo particolare filatelico. È noto, difatti, che il potere di affrancatura di una carta valore postale deriva dall'atto autorizzativo dell'emissione (decreto del presidente della repubblica, decreto ministeriale, legge, ecc…) e non dalla data di messa in vendita della stessa, che invece è fissata da Poste Italiane in base ad altri fattori, più che altro commerciali. Il francobollo di Fiume, dunque, teoricamente sarebbe stato valido per l'affrancatura sin dall'entrata in vigore dell'apposito decreto ministeriale, che lo ricordiamo è stato firmato dal ministro Landolfi l'ormai lontano 11 maggio 2006!

Ma, al di là di tutto, sarebbe opportuno che qualcuno facesse presente a chi fabbrica tali buste che quello che può sembrare un giochetto innocente (ma allo stesso tempo altamente remunerativo) è in realtà un reato!
Un intero capitolo del nostro Codice Penale, difatti, è dedicato a quel particolare "delitto contro la fede pubblica" che è definito "falsità in monete, in carte di pubblico credito e in valori di bollo". Il Capo, che apre il Titolo VII del Libro Secondo del Codice, comprende ben quattordici articoli, dal 453 al 466. L'articolo 459, in particolare, si interessa della "falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati", e sancisce che "agli effetti della legge penale si intendono per valori di bollo la carta bollata, le carte da bollo, i francobolli e gli altri valori equiparati a questi da leggi speciali".

Falsificare francobolli, con qualunque mezzo (dunque anche la semplice stampante collegata al pc di casa), è dunque un reato, punito con la reclusione da due a otto anni e con la multa da 344 a 2065 euro. Il codice è molto chiaro al riguardo!

Ma la legge va oltre, e prevede pene anche per chi fa semplicemente uso di francobolli falsi. L'articolo 464 del codice sancisce, difatti, che "chiunque, non essendo concorso nella contraffazione o nella alterazione, fa uso di valori di bollo contraffatti o alterati è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 516 euro".

Nessuno sconto, poi, neppure per chi fa il furbo, sostenendo che tali buste siano state fatte circolare "per errore". Lo stesso articolo 464 prevede, in caso di utilizzo in buona fede di francobolli falsi, la reclusione fino a quattro mesi o una multa fino a 688 euro.

L'invito, dunque, è quello di prestare la massima attenzione a ciò che si compra, ed a non abboccare ad inserzioni spesso infarcite di espressioni studiate ad hoc per attirare possibili acquirenti. Buttare i soldi appresso a tali falsi potrebbe rivelarsi un grave errore… non solo per il portafoglio!

I vostri commenti