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Tempi di recapito: per Poste Italiane un optional

La puntualità nel recapito delle corrispondenze in Italia è un dato percepito negativamente dall'utenza del Servizio Universale: in 49 città su 110 le lettere arrivano in ritardo. Tutti i problemi del settore postale sono stati condensati in un rapporto che la società di analisi IZI ha inviato al Ministero delle Comunicazioni e che il settimanale Panorama ha potuto leggere in anteprima.

Tempi di recapito: per Poste Italiane un optional

E' in sintesi quanto si legge nell'articolo pubblicato sull'ultimo numero (17 gennaio 2008) del settimanale Panorama: "Poste bocciate all'esame di puntualità", di Daniele Martini, rappresenta una realtà ben diversa da quella "ideale" imposta dal Contratto di Programma tra Poste Italiane e Ministero delle Comunicazioni. I cosiddetti obiettivi di qualità cui gli invii postali dovrebbero attenersi, sono stati disattesi stando ai piccanti contenuti del rapporto riservato di cui Panorama è venuta in possesso e presentato in questi giorni al Ministro Gentiloni dalla IZI SpA, società specializzata in analisi e valutazioni economiche.

I risultati dell'accurato monitoraggio condotto dalla IZI nel semestre che va da Gennaio a Giugno del 2007 per conto del Ministero delle Comunicazioni che opera in qualità di Autorità di regolamentazione del settore postale (come previsto dall'art. 12 del d.lgs. 261/1999) non lasciano scampo alla società di Massimo Sarmi: "il servizio della posta non massiva (ex corriere prioritario) non ha conseguito gli obiettivi di qualità".

Obiettivi che sono stati raggiunti solo in parte, con un saldo negativo complessivo dello 0,6% rispetto agli standard fissati per legge e che, nella realtà, vengono percepiti dagli utenti in modo ancor più negativo.

Il rapporto IZI, stando alla lettura fatta da Panorama che ripropone decine di esempi ("da una via all'altra di Biella, solo una lettera su due arriva puntuale", oppure, "le missive spedite da Trento, Bolzano e Aosta verso Napoli arrivano in orario appena 39 volte su 100"), è dettagliatissimo avendo tenuto sotto controllo tempi e percorsi di ben 55 milioni di corrispondenze viaggiate all'interno della stessa città, tra capoluogo e città della provincia, tra capoluoghi all'interno della stessa regione o in regioni diverse.

Ad incidere fortemente sui risultati, nel senso di non renderli eccessivamente negativi, si legge nell'articolo, "pesano in maniera determinante i volumi delle Metropoli, dove il servizio è buono e puntuale". Le grandi città infatti muovono "quantità così gigantesche di lettere da riuscire a correggere al meglio la statistica complessiva nazionale".

Poste Italiane, quindi, avrebbero "puntato i loro sforzi proprio sulle grandi città, dove grazie alla conformazione territoriale l'organizzazione delle consegne è più agevole e con un solo postino, per esempio, si servono molti abitanti". Ma fuori dai grandi centri, negli altri 8100 comuni italiani, e senza far distinzione tra Nord e Sud, "il servizio rimane traballante, percepito come insufficiente dai clienti".

Secondo l'inchiesta di Panorama, starebbero venendo "al pettine nodi strutturali di organizzazione del servizio", con particolare riferimento alle tratte aeree concentrate soltanto sui due scali di Malpensa e Fiumicino. Un numero molto basso che svantaggerebbe il resto della penisola.

"La società guidata da Sarmi", sottolinea l'articolo di Martini, "è come se avesse sottovalutato la sua missione storica concentrandosi su altro, dalle assicurazioni al credito, dall'informatica ai telefonini", settori dove senz'altro i risultati sono positivi ma che hanno rafforzato negli utenti "l'impressione di trascurare, nei fatti, il servizio postale classico, considerato alla stregua di un fastidioso lascito del secolo passato, più da sopportare che da sviluppare".

Se questi dati raccolti da IZI nei primi sei mesi dello scorso anno fossero confermati da quelli del II semestre 2007 che si stanno ancora elaborando, secondo l'art. 13 "Sanzioni e Penali" del nuovo Contratto di Programma, Poste Italiane rischierebbe una "multa severa da parte del Ministero delle Comunicazioni", da 300.000 fino a 1.500.000 di euro.

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