Il 27 febbraio il Consiglio Federale elvetico ha deciso di abbassare il limite del monopolio sugli invii postali a 50 grammi. Tale intervento ha subito innescato la reazione de La Posta, l'operatore pubblico nazionale, secondo il quale con questa decisione sono a rischio i livelli attuali del servizio mentre non è garantito il finanziamento dell'azienda sul lungo periodo.
A rischio, però, sono anche le attività finanziarie de La Posta la quale "constata con rammarico che il Consiglio federale non dia rilevanza allo sviluppo dell'attività commerciale di PostFinance. Ciò riduce la redditività della Posta e danneggia l'economia del Paese in quanto impedisce che i capitali dei clienti pari a 43 miliardi di franchi vengano investiti sul mercato ipotecario e delle PMI nazionale".
Relativamente alla qualità del servizio, La Posta assume l'impegno di garantirlo in modo capillare su tutto il territorio nazionale: "questa è un'importante certezza sia per l'economia che per la popolazione svizzera". Al contrario, fanno sapere dagli ambienti postali, di quanto vorrebbe fare il Consiglio Federale ovvero "mantenere il livello attuale del servizio di base, anche se con il monopolio sottrae alla Posta la base di finanziamento. Per finanziare un servizio di base di tali dimensioni bisogna però disporre di fondi adeguati".
La Posta reputa tuttavia non adeguate e non equilibrate le due varianti di finanziamento proposte dal Consiglio: o un fondo che dovrebbe essere rimpinguato principalmente da La Posta oppure il sovvenzionamento diretto da parte della Confederazione.
Con l'apertura completa del mercato postale svizzero, l'azienda chiede di "potersi organizzare in base a criteri economico-aziendali". In caso contrario "il servizio di base e l'azienda postale interessata sono messi in pericolo e si aprono deficit strutturali di finanziamento". Ecco perchè La Posta chiede che la nuova proposta di legge postale conceda un "allentamento delle restrizioni" affinchè non sia sfavorita rispetto ai concorrenti privati e chiede al Consiglio federale di introdurre con urgenza nuovi contratti collettivi di lavoro per i rispettivi settori.
La Posta, alla fine dei conti, ritiene che la tendenza in atto in Europa sulla completa liberalizzazione dei servizi postali non possa non interessare il mercato svizzero e lo stesso operatore pubblico il quale, a differenza di quanto accade negli altri paesi, può vantare un alto grado di soddisfazione da parte della sua clientela per i servizi offerti. Ecco perchè La Posta chiede un ulteriore "dibattito sull’apertura completa del mercato prevista dalla legge".
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Consiglio federale elvetico: consultazione relativa alla nuova legislazione postale
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