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Mercoledì, 08 Maggio 2024
 
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Normativa e Mercati

Servizi postali e manovra economica: liberalizzazioni, class action, enti inutili

Sono tre gli ambiti della manovra economica triennale 2009-2011 approvata dal Consiglio dei Ministri del 18 giugno nei quali si possono intravedere importanti riflessi nel mondo dei servizi postali. Innanzitutto il governo vuole anticipare l'introduzione di alcune delle norme contenute nella terza direttiva UE: procedure più snelle di reclamo e di rimborso agli utenti prima della completa liberalizzazione dei mercati postali prevista per il 1° gennaio 2011. Stop di sei mesi, invece, alle "class action": le modifiche richieste dal governo alla normativa attuale, faranno slittare al 1° gennaio prossimo le prime azioni risarcitorie comuni nei confronti di Poste Italiane. Infine, lotta agli sprechi: l'eliminazione degli enti inutili porterà alla soppressione anche dell'ex Istituto Italo Africano nel quale è conservato l'archivio dell'Ufficio Filatelico dell'Africa Italiana.

Servizi postali e manovra economica: liberalizzazioni, class action, enti inutili

Si chiama "Piano Triennale per lo sviluppo" la manovra economica per il periodo 2009-2011 che il Consiglio dei Ministri ha approvato nella riunione del 18 giugno scorso, contenente numerosi provvedimenti volti al rilancio della crescita economica, alla stabilizzazione della finanza pubblica, ma soprattutto ad un aumento dell'efficienza della Pubblica Amministrazione.

E' una manovra "colossale" (proprio perchè di programmazione triennale) da 34,8 miliardi di euro (13,1 mld nel 2009, 7,1 nel 2010 e 14,6 nel 2011) che si articola in un Decreto legge, un Disegno di legge delega - che assegna al governo competenze nel campo della ottimizzazione della produttività del lavoro - e naturalmente il Documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF).

Una strategia economica, hanno fatto sapere i ministri interessati (Tremonti, Scajola, Brunetta), che servirà a "mettere in campo uno Stato che costi di meno, che semplifichi il lavoro delle imprese con molti meno vincoli e laccioli e che produca in definitiva più libertà e più sviluppo".

Alcuni dei provvedimenti contenuti nella manovra triennale riguardano in qualche modo anche il mondo postale.

In particolare, nel pacchetto liberalizzazioni, insieme ad azioni nel settore dei servizi pubblici locali, vi è anche una volontà dell'esecutivo di anticipare il recepimento di alcune parti delle nuova direttiva comunitaria (la terza, varata lo scorso febbraio) sull'apertura dei mercati postali a partire dal 1° gennaio 2011: il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che ha ereditato le deleghe che furono del ministero delle Comunicazioni, ha infatti annunciato che già nei prossimi mesi saranno introdotte nella normativa postale nazionale sia le procedure di reclamo sia quelle di rimborso agli utenti, applicabili a tutti gli operatori presenti sul mercato. 1400 circa, compresa Poste Italiane SpA.

Un altro provvedimento che "tocca" da vicino il mondo dei servizi postali è quello che riguarda le class action: il Consiglio dei Ministri ha infatti deciso che le "azioni collettive" verranno estese anche alle Pubbliche amministrazioni ma che, in attesa delle modifiche, la nuova normativa entrerà in vigore solo dopo l'estate. Il ministro Scajola ha illustrato le linee programmatiche previste dalla manovra economica 2009-2011 alle Associazioni dei consumatori durante la seduta del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti riunito nella stessa giornata del 18 giugno. Per le class action, ha assicurato Scajola, il ministero vuole "garantire un funzionamento efficace e semplificato" e "intraprendere un percorso di revisione con le associazioni dei consumatori". Ecco perchè tutto è stato rinviato al 1° gennaio dell'anno prossimo.

Questo rinvio mette però in difficoltà tutti quei consumatori che speravano di poter usufruire, da subito, della possibilità di azioni risarcitorie contro i disservizi di Poste Italiane. La Puglia sarebbe stata la prima regione a presentare una class action contro l'operatore postale pubblico con riferimento ai ritardi nei tempi di consegna (o mancate consegne) di corrispondenze, riviste ed invii raccomandati. L'Adoc Puglia, infatti, ha avviato da alcuni mesi ben tre procedure e raccolto centinaia di adesioni ad altrettante azioni collettive risarcitorie che si attendeva di poter avviare già il prossimo 1° luglio.
Nonostante il rinvio, però, l'incontro tra consumatori e il ministro Scajola lascia ben sperare per il futuro. Secondo Paolo Landi, dell'Adiconsum, "l’attuale normativa è macchinosa, lunga e sostanzialmente inefficace". Ma il ministro "ha invitato le associazione a preparare subito un gruppo di lavoro per presentare alcuni emendamenti al testo", modifiche che saranno preparate nel corso dei prossimi sei mesi. "Il confronto è stato quindi positivo", ha dichiarato Landi, "all’insegna della concretezza, dell’assunzione di impegni precisi e della volontà di un rapporto costruttivo con le associazioni consumatori, impegni sui quali intendiamo lavorare perché siano rispettate". Concludendo che "se l’impegno sarà rispettato potremmo contare su una normativa più efficace".

Di competenza, invece, del ministro all'Innovazione, Renato Brunetta, il pacchetto trasparenza nella PA contenuto nel testo del Decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri del 18 giugno. Tra le numerose azioni (ben 34) destinate a riformare la pubblica amministrazione partendo da tre parole chiave: meritocrazia, innovazione e trasparenza, vi è anche un provvedimento teso alla soppressione o al riordino di tutti gli enti pubblici non economici con meno di 50 addetti, le cui funzioni saranno trasferite ai rispettivi Ministeri vigilanti.

Tra gli enti che quasi certamente sono destinati a sparire nei prossimi mesi c'è l'IsIAO, Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente, già salvato nella precedente finanziaria con un voto bipartisan, erede di quell'Istituto coloniale italiano creato nel 1906 (poi confluito nell'Istituto Italo-Africano che insieme all'Istituto Italiano per il Medio ed Estremo oriente, nel 1995, ha dato vita all'IsIAO).
L'Istituto,che raccoglie una vasta collezione museale, una fototeca e l'archivio storico dell'amministrazione coloniale italiana, comprende pure il Museo coloniale del Ministero dell’Africa Italiana, al quale nel 1937 fu trasferito l'archivio dell'allora Ufficio Filatelico dell'Africa Italiana: in esso trovano ancora oggi ospitalità preziosissimi documenti e bozzetti dei francobolli delle varie Colonie italiane. (v. Danilo Bogoni, "Alla riscoperta della nostra filatelia coloniale", Cronaca Filatelica, Dicembre 2007).

Con la nuova normativa contenuta nella manovra economica del Governo Berlusconi, le competenze dell'IsIAO, che è appunto ente pubblico non economico, verrebbero trasferite al Ministero degli Esteri al quale spetta la vigilanza sull'istituto. Di sicuro il grande patrimonio storico racchiuso negli archivi di Via Aldovrandi a Roma non avrà problemi di "conservazione". C'è da chiedersi, tutt'al più, se e quanto verranno ridimensionate le possibilità di accesso da parte degli studiosi e dei ricercatori. Filatelisti e storico-postlai compresi!

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