L'intervista pubblicata oggi sulle colonne di CorrierEconomia, il settimanale economico del Corriere della Sera, a Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste Italiane, si apre con un titolo che è tutto un programma: "Noi cresceremo" e con un sottotitolo incalzante "Preoccupati? No miglioreremo ancora". In altre parole l'AD del principale operatore postale italiano, nonchè fornitore del cosiddetto Servizio Universale, ha le idee chiare in mente: spingere nei prossimi anni, e fino al 2009, principalmente sui cavalli di battaglia, ovvero su quei settori che sono risultati fino ad oggi i più remunerativi.
E tra questi c'è sicuramente BancoPosta, il braccio finanziario di Poste Italiane in diretta concorrenza con il settore bancario tradizionale; c'è poi il recentissimo accordo con UPS nel mercato del corriere espresso internazionale che ha permesso a Poste di scaricare la sua quota in Bartolini per tentare di offrire servizi di logistica di qualità verso l'estero (lasciando a SDA il compito di curare l'espresso interno); poi c'è il settore della corrispondenza, che come al solito, è la pecora nera della famiglia.
Sarmi assicura che, in vista della imminente scadenza del 2009, Poste Italiane è pienamente favorevole alla liberalizzazione del mercato postale purchè venga salvaguardato lo status di fornitore del Servizio Universale, ovvero che venga remunerato in modo opportuno! E sollecitato dall'autore dell'intervista, Sarmi un pò sbotta: "Questo tema del Servizio Universale va chiarito", nel senso che Poste Italiane "marcia bene lo stesso" anche senza i soldi del fondo di compensazione che lo Stato ha messo in piedi proprio per risarcire il fornitore del Servizio Universale e che, dice Sarmi, non sono stati neanche del tutto pagati a Poste Italiane. Un modo come un altro per dire che Poste potrebbe anche pensare di lasciare ad altri questo servizio? Non è chiaro. Ma una cosa è certa, i conti di Poste sono sfavillanti, con crescite importantissime a due cifre!
Alla fine dei conti sembra andare tutto bene se non fosse che... il settore corrispondenza (recapito, compreso) non è proprio il massimo. Le lettere che circolano attualmente, dice Sarmi, provengono perlopiù da clienti business (con l'80% del totale) ed è su questi che Poste Italiane, tutt'al più, effettuerà dei ritocchi tariffari (leggi: offerte!). E poi sfodera alcune cifre quando si parla dell'aumento tariffario di maggio 2006: "l'88% della posta è consegnata dopo 1 giorno; il 96% in 3 giorni". E qui parte un ironico "Sicuri?" del cronista.
Ed effettivamente nulla da dire sulle ottime prestazioni economiche e finanziarie di una delle più grandi aziende italiane, ma a noi che siamo in primis utenti postali e che ci occupiamo di filatelia (che della posta è figlia), un pò di preoccupazione viene, soprattutto quando una letterina di Natale ci mette 8 giorni per arrivare a destinazione e quando all'ufficio postale continuano a parlarci di "francobolli filatelici" che fanno pensare alla presenza di altrettanti francobolli "non filatelici" che però nessuno ha visto in giro!!!
Un pò preoccupati, lo siamo. E un pò ci viene da ridere.
Fonte:
CorrierEconomia, inserto de
Il Corriere della Sera
8 Gennaio 2007
E tra questi c'è sicuramente BancoPosta, il braccio finanziario di Poste Italiane in diretta concorrenza con il settore bancario tradizionale; c'è poi il recentissimo accordo con UPS nel mercato del corriere espresso internazionale che ha permesso a Poste di scaricare la sua quota in Bartolini per tentare di offrire servizi di logistica di qualità verso l'estero (lasciando a SDA il compito di curare l'espresso interno); poi c'è il settore della corrispondenza, che come al solito, è la pecora nera della famiglia.
Sarmi assicura che, in vista della imminente scadenza del 2009, Poste Italiane è pienamente favorevole alla liberalizzazione del mercato postale purchè venga salvaguardato lo status di fornitore del Servizio Universale, ovvero che venga remunerato in modo opportuno! E sollecitato dall'autore dell'intervista, Sarmi un pò sbotta: "Questo tema del Servizio Universale va chiarito", nel senso che Poste Italiane "marcia bene lo stesso" anche senza i soldi del fondo di compensazione che lo Stato ha messo in piedi proprio per risarcire il fornitore del Servizio Universale e che, dice Sarmi, non sono stati neanche del tutto pagati a Poste Italiane. Un modo come un altro per dire che Poste potrebbe anche pensare di lasciare ad altri questo servizio? Non è chiaro. Ma una cosa è certa, i conti di Poste sono sfavillanti, con crescite importantissime a due cifre!
Alla fine dei conti sembra andare tutto bene se non fosse che... il settore corrispondenza (recapito, compreso) non è proprio il massimo. Le lettere che circolano attualmente, dice Sarmi, provengono perlopiù da clienti business (con l'80% del totale) ed è su questi che Poste Italiane, tutt'al più, effettuerà dei ritocchi tariffari (leggi: offerte!). E poi sfodera alcune cifre quando si parla dell'aumento tariffario di maggio 2006: "l'88% della posta è consegnata dopo 1 giorno; il 96% in 3 giorni". E qui parte un ironico "Sicuri?" del cronista.
Ed effettivamente nulla da dire sulle ottime prestazioni economiche e finanziarie di una delle più grandi aziende italiane, ma a noi che siamo in primis utenti postali e che ci occupiamo di filatelia (che della posta è figlia), un pò di preoccupazione viene, soprattutto quando una letterina di Natale ci mette 8 giorni per arrivare a destinazione e quando all'ufficio postale continuano a parlarci di "francobolli filatelici" che fanno pensare alla presenza di altrettanti francobolli "non filatelici" che però nessuno ha visto in giro!!!
Un pò preoccupati, lo siamo. E un pò ci viene da ridere.
Fonte:
CorrierEconomia, inserto de
Il Corriere della Sera
8 Gennaio 2007
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