Non può essere considerata "aiuto di stato" la remunerazione che Poste Italiane ha ricevuto tra il 2000 e il 2005 dalla Cassa Depositi e Prestiti come commissione per il collocamento dei prodotti di risparmio postale (libretti postali, buoni fruttiferi postali e buoni cartacei).
Lo ha deciso il Commissario Europeo per la Concorrenza, Neelie Kroes, che ha così rigettato il ricorso presentato a dicembre 2005 dall'Associazione Bancaria Italiana, definendolo "infondato".
La notizia è stata subito commentata positivamente dall'AD di Poste Italiane: "Esprimo soddisfazione per la pronuncia della Commissione Europea che esclude l’esistenza di aiuti di Stato illegittimi a favore di Poste Italiane", ha dichiarato Massimo Sarmi, "e sgombera in modo netto ogni dubbio di compatibilità comunitaria della remunerazione corrisposta all’Azienda per il collocamento dei Buoni postali fruttiferi". Remunerazione definita "conforme al principio dell'investitore privato" da parte del Commissario Kroes.
"Poste Italiane", ha sottolineato Sarmi, "opera nel pieno rispetto del mercato e l’accertamento della Commissione europea dimostra che l’Azienda si muove sempre in sintonia con le regole europee e nazionali sulla concorrenza perché fa della competitività sana tra operatori la leva dell’efficienza, dell’innovazione e soprattutto della fiducia dei risparmiatori e dei clienti".
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