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Il futuro dell'automazione. Arrivano i chioschi postali

Poste Italiane sta avviando un ambizioso progetto di automazione che riguarda sia i servizi bancari sia quelli prettamente postali. Già entro il 2007 saranno operativi alcuni chioschi self-service che garantiranno ai clienti l'accesso ai servizi più ripetitivi come pagamento di bollette, prelievo di contanti e addirittura la spedizione di corrispondenze ordinarie e registrate. Abbiamo ripercorso la storia delle macchinette distributrici di francobolli in Italia: esperimenti che sono rimasti tali fino ai nostri giorni. Chissà se i futuri chioschi postali riusciranno a dare anche agli utenti postali italiani la possibilità di "stampare" un francobollo alle 2 di notte e di spedire una raccomandata senza dover fare la coda.

Il futuro dell'automazione. Arrivano i chioschi postali
L'Italia, si sa, non è mai stata all'avanguardia in tema di automazione postale.
Tralasciano, solo per il momento, la tecnologia che da circa un decennio le poste nostrane stanno introducendo nella gestione della corrispondenza, il settore dei francobolli, quello che più interessa noi filatelisti, non ha mai visto un briciolo di innovazione. Quanto meno, un'innovazione durevole nel tempo.

Ovviamente sto parlando di apparecchi per la distribuzione automatica dei francobolli, piccoli o grandi distributori in grado di vendere francobolli senza l'assistenza dell'uomo. Uomo che, invece, è sempre dovuto essere presente per farle funzionare!
Le varie amministrazioni postali italiane hanno provato più volte ad introdurre soluzioni semi-automatizzate che, però, si sono sempre rivelate dei grossi flop.

Il primo tentativo di automatizzare la vendita di valori bollati riguardò in realtà le cartoline postali e fu di iniziativa privata: la società milanese Sistema sviluppo un apparecchio in grado di "emettere" cartoline da 20 lire a fronte di due monete da 10 lire. Il prodotto in realtà rimase sempre e soltanto un esperimento e per di più limitato ai frequentatori di manifestazioni e fiere campionarie.

L'amministrazione PT iniziò ad occuparsi seriamente di "macchinette" in occasione della grande mostra di automazione postale che si tenne all'Eur nel 1956: fu in quel periodo che il Poligrafico prese a stampare alcuni francobolli ordinari - Siracusana, perlopiù - in formato bobina, ovvero in lunghe strisce di svariate centinaia di esemplari, utilizzabili all'interno di macchinette distributrici manuali o semi-automatiche.

Alcune di queste macchinette, presenti alla manifestazione romana, rimasero però sempre allo stadio di prototipo e alcune ebbero addirittura seri problemi di funzionamento già durante la presentazione.

Solo i distributori della OMT (Officine Meccaniche Taranto), completamente manuali, ebbero un'uscita pubblica in alcuni uffici postali della capitale. Ma furono ben presto ritirati perchè quasi sempre guasti.

Altri apparecchi vennero prodotti nel corso degli anni, ma tutti senza successo: nel 1957, durante la XXXV Fiera di Milano si videro le nuove macchinette della ditta milanese Vend System  e nel 1960 presso la stazione Termini, a Roma, venne allestito un "ufficio postale automatico" che distribuiva anche francobolli delle serie Siracusana e Michelangiolesca.

Nonostante il completo fallimento, a metà anni '70, l'amministrazione PT volle riprovarci acquistando svariate centinaia di nuove macchinette semi-automatiche (marca Autophon) che vennero distribuite in alcune delle principali città
italiane, capoluoghi di provincia ma anche città turistiche.

Queste sembravano finalmente funzionare tant'è che rimasero ai loro posti per svariato tempo anche se, prima o poi, i francobolli all'interno si esaurivano e qualcuno doveva riempirle nuovamente. Questo fu un "grosso problema" per i dipendenti postali, che presto le presero in antipatia.

Di esperimento in esperimento arriviamo al 1988 quando vennero introdotti distributori automatici molto più avanzati in alcuni uffici romani e, negli anni successivi, in altre città italiane. Si trattava delle famose macchinette Afra e Dafne della ditta bresciana Sida (che però evita accuratamente di parlarne nel proprio sito web, quando racconta la propria storia! Chissà perchè!?) le quali son rimaste operative fino alla metà degli anni '90.

Ricordo di aver usato una di queste "diavolerie" elettro-meccaniche (si fa per dire) durante la mia prima visita al Museo PT di Viale Europa, a Roma, quando ad essere distribuiti per una manciata di monetine erano i francobolli Castelli in bobina. Fu la prima volta che vidi qualcosa di simile in un ufficio postale.

Per tornare a giocherellare con una "macchinetta" ho dovuto praticamente aspettare il 2005 quando presso il palazzo delle poste di Piazza S. Silvestro (sempre a Roma) Poste Italiane, in ambienti completamente rinnovati, ha installato alcuni sistemi - questa volta completamente informatizzati - in grado di erogare sia francobolli (in particolare prioritari autoadesivi da 0,60€) sia di stampare TPLabel per affrancare corrispondenze ordinarie e prioritarie. Ho visitato numerose volte quest'ufficio e ho visto funzionare queste macchinette... solo una volta!!! Tutte le altre visite sono andate a vuoto: spesso erano senza francobolli e nastro di carta adesiva per le TPLabel (così, almeno dicevano le gentili impiegate all'ufficio informazioni), e quasi sempre non funzionanti (con tanto di "spina" staccata!). L'ennesimo magro esperimento, non c'è che dire!

Eppure le macchinette distributrici di francobolli in tutti i paesi del mondo sono una realtà consolidata ormai da decenni. Non sarebbe stato meglio acquistarle all'estero anzichè tentare di costruirle in Italia? E poi, diciamolo, il nostro Poligrafico ha sempre avuto problemi a stampare questi benedetti francobolli in bobina oppure su supporto autoadesivo.

Ma negli ultimi tempi l'amministrazione postale italiana, che nel frattempo è diventata Poste Italiane SpA, si è avviata verso un decisivo rinnovamento dei propri servizi: l'innovazione tecnologica ha riguardato principalmente il settore bancoposta e la gestione/distribuzione della corrispondenza attraverso la creazione di grandi poli meccanizzati su tutta la penisola (CMP, CPO, ecc.).

In questo processo si innesta il recentissimo (aprile 2007) progetto di automazione nei settori bancoposta e servizi postali che prevede, sulla scia di quanto stanno già facendo gli altri operatori europei e mondiali, ingenti investimenti in tecnologia.

Particolare attenzione, ovviamente, è stata prestata ai servizi bancari: Poste Italiane prevede infatti di installare entro il 2007 ben 900 nuovi ATM Evoluti presso altrettanti Uffici Postali e di realizzare 129 aree Self Service, queste ultime concentrate sopratutto al centro-nord (perchè mai?).

L'investimento che è di svariate decine di milioni di euro, permetterà ai clienti privati e ai piccoli imprenditori di eseguire molte operazioni postal-bancarie in modo automatizzato (per es. - attraverso gli ATM evoluti - versamento di contanti e assegni, prelievo di contanti, ricariche di carte bancarie prepagate, pagamento utente Telecom e Enel e - attraverso le aree self-service - verifica saldo e movimenti del proprio C/C, verifica plafond residuo e movimenti della carta di credito, effettuazione di bonifici e giroconti, ecc.)

Il nuovo progetto di automazione parla chiaro: ha, cioè, "lo scopo di spostare su macchine dedicate le operazioni puramente transazionali per migliorare la relazione con il cliente", anche se tutti i servizi automatici saranno accessibili soltanto a chi dispone degli strumenti di pagamento elettronici di Poste Italiane (Postamat e PostePay, per es.).

Ma Poste Italiane - come dice di se stessa - ha un vantaggio competitivo rispetto all'offerta tipica del sistema bancario: ha un ruolo centrale nei servizi postali! E' un piacere leggere quest'affermazione in un programma per il futuro prossimo. Anzi, Poste si spinge oltre: pare che il 2008 sarà l'anno della svolta, l'anno dal quale partirà una forte spinta nel settore dell'automazione postale.


Un esempio di come potrebbe essere uno
Chiosco postale self-service
(fonte: Poste Italiane - v. Link in fondo)
Ma cosa significa "automazione" in concreto? Di certo Poste è impegnata, su svariati fronti,  nell'innovazione a cominciare dai centri di meccanizzazione postale, con l'installazione di nuovi sistemi informatizzati basati sulla lettura ottica, per lo smistamento delle corrispondenze.  Ma quando parla di automazione intende la realizzazione di apparecchiature in grado di fornire prodotti e servizi a privati e PMI.

Non esistono ancora, ma di questi apparecchi al momento sono stati sviluppati solo i "concept" ovvero l'elenco delle caratteristiche e delle funzioni che dovranno svolgere nell'attesa di affidarsi al mercato per la realizzazione dei primi prototipi.

Sono previsti ben tre tipi di apparecchiature: il Chiosco Base e il Chiosco Postale (destinati ad ogni tipo di utenza) e il già citato ATM Evoluto (in grado di effettuare quasi tutte le operazioni di tipo bancario).

Ma ciò che ci riguarda più da vicino sono i primi due. Entrambi i chioschi saranno montati all'interno di uffici postali o comunque dentro aree presidiate aperte 24 ore su 24. Il Chiosco Base permetterà di pagare bollettini, ricariche e vaglia in modo automatico; il Chiosco Postale sarà anche in grado di spedire posta prioritaria e registrata.

Quest'ultima funzione è molto interessante. Significa che la macchina sarà in grado di fornire al cliente l'affrancatura richiesta, per es., sotto forma di TPLabel? Questo non lo sappiamo, come non sappiamo se sarà  in grado di rilasciare francobolli veri e propri oppure francobolli automatici (come accade per le macchinette all'estero) dato che è tutt'ora in corso la definizione delle specifiche tecniche e la realizzazione dei primi prototipi da parte di alcuni costruttori. Tuttavia, Poste prevede di avviare una sperimentazione con ben 15 Chioschi Postali presso altrettanti uffici, entro la fine dell'anno (quasi 1200 unità entro il 2009).

L'installazione di queste nuove apparecchiature, che ci attendiamo siano finalmente stabili e perfettamente funzionanti dato l'enorme avanzamento tecnologico raggiunto anche dai produttori italiani, riguarderà, secondo il progetto, quasi tutti gli uffici postali italiani, compresi quelli piccolissimi dove la riduzione del personale potrebbe essere efficacemente compensata dall'introduzione di aree self-service. 

Gli utenti dei servizi bancari di Poste Italiane saranno sicuramente soddisfatti di queste innovazioni. Lo saranno anche gli utenti postali? Poste Italiane non dimentichi che c'è chi ancora ama scrivere lettere con "carta e busta", lettere che imbucherà nella cassetta rossa affinchè vengano recapitate dall'amatissimo "postino". Che non è solo un "desiderio" campato in aria ma un vero e proprio diritto garantito dal Servizio Universale.

Pertanto, ben venga il Chiosco Postale e tutti i nuovi sistemi di affrancatura automatica che dovessero vedere la luce, ma... occhio a non perdere di vista il settore del recapito postale: farebbe un pò ridere sapere che si è riusciti a spedire alle 2 di notte una lettera alla propria fidanzata nell'area self-service e che, però, quella lettera è arrivata a destinazione dopo una settimana.

In questo senso, Poste Italiane deve innovare... seriamente.

LINK:
L'automazione dei servizi in Poste Italiane - Poste Italiane Aprile 2007 (fonte: UIL Post - Verona)


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