Il Consiglio dei Ministri, riunito ieri mattina a Palazzo Chigi per la sua decima convocazione, ha approvato in via preliminare i due regolamenti di riorganizzazione del nuovo Ministero dello Sviluppo economico con i quali si conferma l'attuale assetto politico e amministrativo del dicastero.
A presentarli ai colleghi e al presidente del Consiglio, è stato lo stesso Ministro Claudio Scajola: i due regolamenti prevedono l’accorpamento nel Ministero dello Sviluppo economico degli ex Ministeri delle Comunicazioni e del Commercio internazionale, con forti semplificazioni procedurali e riduzioni di strutture e di costi. In particolare la struttura politica viene ridotta a un Ministro e 3 Sottosegretari contro i 3 Ministri, un Viceministro e gli 8 Sottosegretari del precedente Governo.
Novità anche per le Direzioni generali che verranno accorpate in 4 dipartimenti, riducendosi da 22 a 16, mentre la dotazione organica scenderà dagli attuali 4.674 a meno di 4.000 unità, con una riduzione di circa 700 dipendenti. Anche lo staff di diretta collaborazione subirà una sostanziosa riduzione passando da 348 a 270 unità.
Entro fine anno, infine, saranno liberate 4 sedi e 2 uffici minori con un risparmio di 7,6 milioni di euro per spese di locazione e gestione degli immobili.
"In Italia si parla molto di progetti e poco di soggetti", ha commentato il ministro Scajola, "ma per realizzare progetti ambiziosi ci
vogliono soggetti efficienti. Per questo, un’amministrazione che ha la missione istituzionale di promuovere la crescita e lo sviluppo economico
deve puntare a diventare un modello di managerialità e produttività, senza sacche di inefficienza e oneri impropri".
I due provvedimenti, varati dal Consiglio dei Ministri, passano ora all’esame delle Commissioni parlamentari competenti e del Consiglio di
Stato per arrivare all’approvazione definitiva subito dopo l’estate nella forma di Decreti del Presidente della Repubblica.
Il trasferimento delle compentenze del Ministero delle Comunicazioni a quello dello Sviluppo Economico sono state, in realtà, fissate con il Decreto legge 16 maggio 2008, n.85 (in GU n.114 del 16/05/2008) recante "Disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244" e che all'Art.1, comma 7, stabilisce che "le funzioni del Ministero delle comunicazioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, sono trasferite al Ministero dello sviluppo economico."
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