La remunerazione versata dal Tesoro a Poste Italiane per i fondi raccolti attraverso conti correnti postali e depositati nelle casse del ministero nel corso degli anni 2005 e 2006 è illegale.
E' quanto ha stabilito la Commissione Europea secondo la quale, nonostante non sia affatto semplice determinare l'importo complessivo dell'agevolazione, è tassativo che Poste restituisca allo Stato italiano le sovvenzioni ottenute illecitamente grazie alle norme contenute nella Legge finanziaria del 2005 e abolite con quella del 2007.
Si tratterebbe, ha fatto sapere il Commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, di un vero e proprio aiuto di stato non ammissibile in un settore liberalizzato com'è quello postale dove, invece, è necessario garantire condizioni di parità tra concorrenti.
Dal 2005, infatti, Poste Italiane era tenuta per legge al cosiddetto "vincolo d'impiego", ovvero a depositare le somme raccolte dai conti correnti postali in un apposito fondo costituito presso il Ministero del Tesoro. Somme sulle quali lo stato ha applicato tassi d'interesse particolarmente vantaggiosi all'operatore postale, che pertanto ha beneficiato di un vantaggio economico "che ha falsato la concrrenza e inciso sugli scambi nel mercato comune".
Adesso, ha stabilito Bruxelles, lo Stato dovrà recuperare le somme versate illecitamente a Poste.
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