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Giovedì, 25 Aprile 2024
 
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Operatori, Prodotti e Servizi

Arrivano le Poste Private. E con esse si profilano nuovi spunti di collezione

Da qualche tempo se ne parlava, ma nessuno era riuscito a darsi una risposta soddisfacente. Stiamo parlando dell'affrancatura meccanica (una "rossa" in gergo) stampigliata su moltissima corrispondenza proveniente dall'area di Milano e recante la dicitura "per conto di Poste Italiane". Abbiamo indagato, studiato e soprattutto interrogato i diretti interessati, ovvero TNT Post, il primo (se non l'unico) ad offrire alcuni servizi "reali" di posta privata. E da qui potrebbero nascere nuovi spunti collezionistici molto interessanti.

Arrivano le Poste Private. E con esse si profilano nuovi spunti di collezione
Una rossa che ti fa cambiare idea...sulla filatelia.

Qualche settimana fa ho ritrovato nella cassetta della posta una grande busta bianca con quella che sembrava una normale affrancatura meccanica (detta in gergo "rossa").

L'ho messa da parte come faccio sempre, avvezzo come sono a raccogliere tutto ciò che ha origine anche solo vagamente postale. Con la segreta speranza, un giorno o l'altro, di rimettere mano a questo materiale per tirarne fuori qualche piccola "collezione" o un qualche, ancor più banale "studio" che possa appagare il mio desiderio di conoscere a
fondo i meccanismi postali e filatelici italiani.



Confesso, anche, di trovare molto più stimolante raccogliere e studiare tutto quel materiale che risulta più facilmente reperibile ai giorni nostri, piuttosto che acquistare e incasellare nel mio fido album tutti i francobolli italiani o acquistare o scambiare vecchie buste per la mia sempre aperta collezione di storia postale della Democratica.
E certamente trovo più affascinante la storia postale rispetto alla filatelia tradizionale, che mi permette di spaziare in numerosi settori anche molto distanti tra loro: dalla marcofilia alla storia, dalla geo-politica alla normativa postale. I servizi e l'organizzazione postale, da qualche anno a questa parte, sono cambiati notevolmente, migliorati sotto certi aspetti, deteriorati sotto certi altri.

Adesso l'innovazione pervade anche il settore postale; tutti i processi di lavorazione della corrispondenza sono affidati a complessi sistemi meccanizzati e automatismi supportati dall'informatica hanno fatto la loro apparizione pure nella fase di produzione della nostra "unità di misura" di base, ovvero il francobollo.
Tutto ciò ha sicuramente garantito nuovi standard di qualità, migliori del passato (per es. il corriere prioritario è una bella invenzione, che funziona, anche se costa di più che in altri paesi europei), ma ha anche ridotto enormemente gli spazi di ricerca e di raccolta per gli appassionati: se togliamo i quintali di francobolli emessi dalle nostrane Poste, alcuni dal chiaro intento speculativo per non considerare la scarsa qualità estetica di tutti gli altri, ci rimane ben poco da raccogliere dato che il francobollo appare sempre meno spesso sulle nostre corrispondenze.

E qui c'è uno dei più grandi paradossi della posta contemporanea: decine e decine di nuove emissioni ogni anno ma, di francobolli su buste e cartoline, ce n'è forse… solo l'ombra! Oggi è molto più facile ritrovarsi tra le mani pseudo-francobolli (Tplabel) e affrancature meccaniche (le "rosse"), che francobolli. E poi una cascata di PostaTarget e PEIE (la Posta Ibrida, elettronica-cartacea) e svariate altre forme di pagamento dei diritti di recapito dai nomi più strani che hanno a che fare più con il marketing, il direct-marketing, la pubblicità, che con i servizi postali nel senso vero della parola (anche da voi il postino porta a casa la pubblicità dell'Auchan o di Trony???).

Tutta questa innovazione ha portato in realtà ad un grande stravolgimento delle nostre certezze filatelico-postali: il francobollo non ha più i dentelli, le raccomandate si possono spedire da casa comodamente seduti davanti al computer, il depliant del supermercato ci viene consegnato insieme alla cartolina delle vacanze in Sardegna!
Ci restano ben poche cose da fare: dedicarsi alla filatelia, ma esclusivamente guardando al passato. Abbandonare del tutto quest'hobby per dedicarci magari a passioni più remunerative e sicure (ma attenzione: non dimenticate le storielle di Afinsa e delle altre finanziarie-filateliche!!!); oppure... Oppure assecondare l'innovazione, cavalcarla e trarne nuovi spunti per continuare a collezionare con la passione di sempre.  


Qualcosa di nuovo: le poste private.


Per riuscire in quest'ultimo intento, che credo piacerà a moltissimi di voi, dobbiamo risalire più su di qualche riga, alla grande busta bianca con affrancatura meccanica di cui ho detto all'inizio.
La "rossa" che compare sulla busta è si una "rossa", ma reca all'interno qualcosa di nuovo. Una dicitura che forse è passata inosservata ai più: "in nome e per conto di Poste Italiane". L'interpretazione della frase è ovvia, almeno in senso grammaticale, ma cosa vuol dire in termini pratici?




Ecco che mi si è spalancato un nuovo fronte di studio (ed io che pensavo di dovermi accontentare di inseguire banalmente le tirature, una dietro l'altra, dei francobolli prioritari pur di continuare ad essere un filatelista diligente!!!): in Italia nascono le "poste private". Dove il sistema postale tradizionale (quello pubblico, cioè, fatto da Ministero delle Comunicazioni, Poste Italiane, Poligrafico, ecc.) non offre quasi più spunti di ricerca, l'innovazione cui siamo stati "costretti"  dall'essere parte integrante di una moderna Europa (sigh! forse da soli non ci saremmo mai arrivati!), ci ha aperto un nuovo e finora inesplorato settore di studio, quello cioè delle corrispondenze trattate da "soggetti privati": dall'affrancatura al recapito, dalla presa in consegna presso uno sportello postale anch'esso privato allo smistamento in modernissimi impianti, forse anche più nuovi e tecnologici di quelli dei CMP.  


C'erano una volta le agenzie private di recapito

L'intervento dei privati nei servizi postali in realtà, in Italia, non è nuovo. A qualcuno potrebbero venire in mente le famose "agenzie di recapito espressi" che funzionavano nelle grandi città sin dai tempi passati (a partire dal Regno d'Italia, intendo, e regolate in maniera completa con il R.D. 11 Maggio 1913 n.503): queste svolgevano esclusivamente servizio di recapito grazie ad accordi di volta in volta realizzati con l'amministrazione postale nelle varie città.

Naturalmente, vigendo la cosiddetta Privativa Postale, queste agenzie non potevano affatto "accettare" corrispondenze ma solo recapitarle! Poi sono arrivate le agenzie di recapito autorizzato, che grazie ad apposite concessioni rilasciate dalle Poste, risultavano abilitate alla gestione (ovvero, all'accettazione e al trasporto) di corrispondenze private tramite fattorini ma esclusivamente all'interno del comune nel quale operavano.
Si trattava, evidentemente, delle prime esperienze di iniziativa privata nel settore postale (terminate ufficialmente al 31 dicembre 2000 con  il Decreto Legislativo del 22 luglio 1999 n.261) , anche se parlare di "poste private" era ancora molto lontano dall'essere possibile, dato che l'intera infrastruttura postal-telegrafica era saldamente nelle mani dell'amministrazione statale, sia per motivi prettamente economici sia perché, più romanticamente, la "posta" era e doveva restare un servizio pubblico nella disponibilità di tutti i cittadini!

Ciò che si è continuato a garantire con l'istituzione del cosiddetto Servizio Universale. Le Agenzie di Recapito in realtà rappresentavano soltanto l'ultimo anello della catena postale: grazie, cioè, alla "concessione" da parte delle Poste di una piccola "fetta della torta", esse eseguivano il cosiddetto "recapito autorizzato" di corrispondenza epistolare limitatamente ai confini della città entro cui quella corrispondenza era originata e destinata.
Alle agenzie concessionarie si affiancarono anche altri soggetti privati che non avevano i servizi di recapito come oggetto principale della loro attività, come banche, ditte o enti che operavano con propri fattorini o tramite le agenzie di recapito autorizzato. Sia le agenzie di recapito sia gli operatori privati corrispondevano all'amministrazione postale i diritti postali tramite appositi francobolli.  


I privati entrano nel Servizio Universale

Dal 1° gennaio 2001 queste concessioni sono terminate (1), aprendo la strada a forme nuove di "servizi postali privati".
Attualmente, attraverso un sistema di autorizzazioni rilasciate dal Ministero delle Comunicazioni e che vanno sotto il nome di "Licenza Individuale" e "Autorizzazione Generale", i soggetti privati possono svolgere il ruolo di vere e proprie "poste private" su tutto il territorio nazionale anche se devono sottostare a nuove condizioni, ovvero al rispetto del cosiddetto "ambito di riserva" di Poste Italiane, che per legge detiene il ruolo di gestore del Servizio Universale.

Nel corso degli ultimi anni, però, queste condizioni sono variate dato che risultavano fortemente restrittive della libertà di mercato, secondo le regole della Direttiva Europea sulla Concorrenza nei servizi postali (Direttiva n. 97/67/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 1997 concernente regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari ed il miglioramento della qualità dei servizio).

Attualmente i soggetti privati che possono svolgere servizi postali in Italia devono ottenere una Autorizzazione Generale per "lavorare" tutta quella corrispondenza che è al di fuori dei parametri previsti dal Servizio Universale oppure una Licenza Individuale per lavorare corrispondenza rientrante nel Servizio Universale ma al di fuori della riserva garantita dallo Stato alle Poste Italiane.  

In pratica oggi in Italia chiunque sia autorizzato può raccogliere, smistare e distribuire corrispondenza, indirizzata e non, sulla base di due schemi differenti:  

i soggetti con Autorizzazione Generale sono abilitati a:

a) raccogliere, trasportare, smistare e distribuire gli invii postali oltre i 2 kg di peso;
b) raccogliere, trasportare, smistare e distribuire pacchi postali oltre i 20 kg di peso.
Non possono invece:
c) gestire i servizi relativi agli invii raccomandati ed agli invii assicurati.  

i soggetti con Licenza Individuale sono abilitati a:

a) raccogliere, trasportare, smistare e distribuire gli invii postali di peso inferiore ai 2 kg;
b) raccogliere, trasportare, smistare e distribuire pacchi postali di peso inferiore ai 20 kg;
c) gestire i servizi relativi agli invii raccomandati e assicurati, purchè tutti questi servizi siano al di fuori dei limiti previsti dalla Riserva garantita a Poste Italiane.
Ovvero tali soggetti NON possono:
d) trattare corrispondenze il cui prezzo di vendita al pubblico sia inferiore a 1,50 Euro e di peso non superiore ai 50 gr.
e) trattare raccomandate e assicurate relative a procedure amministrative e giudiziarie (come stabilito dal Decreto Ministeriale del 29 Dicembre 2005 e valido dal 1 Gennaio 2006).  

Tutto ciò conduce ad una grande e moderna liberalizzazione dei servizi postali, di stampo europeo, dove gli operatori "postali" si distinguono sulla base del "limite di peso e prezzo" dei servizi che possono offrire al pubblico.

Vale la pena ricordare che i prezzi dei servizi rientranti nella Riserva sono determinati dallo Stato (tramite il NARS - Nucleo di consulenza per la regolazione dei servizi di pubblica utilità ) nella misura massima consentita, come pure tutti gli altri all'interno del Servizio Universale.
Questo significa che gli operatori privati non possono applicare tariffe superiori a quelle previste per lo svolgimento dei servizi postali cui sono espressamente autorizzati. Ad esempio, poiché il mercato degli invii postali oltre i 2kg è completamente liberalizzato, l'operatore può praticare un prezzo a suo piacimento.

Ciò non è invece possibile per chi gestisce lettere di peso inferiore ai 2kg (in regime di Licenza Individuale) che è tenuto a rispettare i prezzi (massimi) imposti dal Ministero delle Comunicazioni in quanto Autorita' di regolamentazione del settore  postale. Ad onor del vero, la liberalizzazione del mercato postale è affatto completa: attualmente nessun operatore privato svolge attività postale in senso stretto ed in concorrenza con Poste Italiane, come vedremo nel seguito.  

Poste in Italia. Ottimizzare i servizi affidandoli ai privati: il caso TNT Post

Naturalmente è sempre stato nelle facoltà di Poste Italiane di stringere accordi specifici con soggetti privati rispetto ad alcune delle fasi di trattamento delle corrispondenze (comma 5, Art. 23 del D.Legislativo 22 Luglio 1999 n. 261 che recepisce la Direttiva Europea 97/67/CE), "al fine di ottimizzare i servizi, favorendo il miglioramento della qualità dei servizi stessi anche attraverso l'utilizzazione delle professionalità già esistenti".

E a questo punto del nostro ragionamento, torniamo ancora una volta alla busta con affrancatura meccanica con cui abbiamo iniziato.
Si tratta in buona sostanza di una busta realizzata e trattata da un operatore privato, TNT Post SpA con sede a Milano, "in nome e per conto di Poste Italiane" sulla base di uno specifico "accordo riservato" e al di fuori delle condizioni previste dalle autorizzazioni ministeriali.

Ma procediamo con ordine e facciamo ancora una volta un passo indietro, parlando di TNT o meglio della società TNT Post Spa facente parte del gruppo internazionale olandese TNT N.V.   Qualcuno, probabilmente, ricorderà un antico e rinomato operatore "postale" della Milano dei primi del '900: Rinaldi. Fondata nel 1919 da Cesare Rinaldi l'omonima Agenzia di Recapito espressi si fuse nel 1994 con L'Espresso, un'altra agenzia privata avviata nel 1946, sempre nella città della Madonnina, divenendo quella che fino a un anno fa era ben conosciuta dai Milanesi come "Rinaldi L'Espresso": la maggior parte delle corrispondenze per espresso nella città lombarda oltre a recare il mitico bollino rosso dell'Agenzia Rinaldi venivano consegnate da un vero e proprio esercito di postini privati in divisa rosso-blu.

Come abbiamo già detto più sopra, con la liberalizzazione (ancora parziale, invero) del mercato postale e la contestuale soppressione delle concessioni ai privati e del servizio di recapito espresso, la sorte di Rinaldi sembrava segnata, a discapito del colosso Poste Italiane. Ma qui entra in gioco, TNT che acquisisce Rinaldi L'Espresso, la fonde con la sua società di servizi postali TNT Post, attiva in Italia già dal 1998, le cambia i colori sociali (adesso i suoi postini hanno la divisa di colore arancione) e la fa diventare il primo operatore postale privato in Italia: TNT Post, con 133 milioni di euro di fatturato nel 2005, e numerose altre acquisizioni nel portafoglio, vanta oggi una vasta gamma di servizi postali offerti al pubblico (perlopiù, grandi clienti, come l'Agenzia delle Entrate del Ministero delle Finanze) che vanno dalla posta tradizionale alla pubblicità diretta indirizzata, dalla notifica di atti amministrativi (in Sardegna, Sicilia, in alcune zone del Piemonte, a Roma, in alcune città della Toscana tra cui Firenze e, ultimamente, anche a Pescara) alla gestione completa in outsourcing di "uffici corrispondenza" per conto di  grandi aziende.  

Ma l'aspetto che più ci interessa in questo momento è quello della "posta tradizionale": TNT Post, tramite la propria rete di agenzie sull'intero territorio italiano, gestisce per conto dei propri clienti, l'intera filiera della "corrispondenza", dalla stampa della lettera, all'imbustamento, all'etichettatura, all'affrancatura, al recapito.
Qui però occorre, dal nostro punto di vista "postale", sottolineare un paio di note: intanto l'affrancatura non avviene con francobolli ma con la cosiddetta "senza materiale affrancatura" (in sigla, SMA) ovvero tramite l'uso di affrancatrici meccaniche che rilasciano le cosiddette "rosse" sulle buste (ma attenzione non è ancora il caso della busta di cui parliamo sin dall'inizio!).
In secondo luogo, il recapito della corrispondenza avviene praticamente da parte di Poste Italiane: infatti, TNT Post immette la corrispondenza dei propri clienti nel cosiddetto "circuito postale pubblico" gestito per legge da Poste Italiane in quanto responsabile del Servizio Universale in Italia.

Quindi, chiunque può rivolgersi a TNT Post per farsi "gestire" la propria corrispondenza, che arriverà nelle case dei destinatari tramite il "normale" postino di quartiere.  
Diversa è la situazione su Milano e nelle città dell'hinterland, dove TNT Post tramite la Licenza Individuale "potrebbe" garantire un recapito diretto delle corrispondenze tramite il proprio personale. Potrebbe, appunto, dato che questo servizio di recapito ad oggi è limitato alle corrispondenze della clientela business con esclusione, almeno per il momento, delle corrispondenze private originate presso i propri sportelli, come ci ha sottolineato Luciano Mangione (Amministratore Delegato della Business Unit Posta Tradizionale di TNT Post).
E questo nonostante la sua società sia in possesso di una Licenza Individuale che potrebbe consentire ai postini arancioni (almeno nelle località servite direttamente: da Lodi a Monza, da Sesto San Giovanni a Cologno Monzese, passando per un'altra trentina di piccole e grandi città) di recapitare direttamente anche lettere e cartoline (ma, attenzione: lettere e cartoline di peso e prezzo al di fuori dai limiti della Riserva garantita a Poste Italiane) dei privati cittadini che si rivolgono a TNT.

Ma questa è una scelta puramente strategica da parte dell'azienda di Michele Florio, ingegnere, grande capo di TNT Post, e manager in passato di molte altre società italiane: in pratica ad oggi i servizi postali svolti da TNT Post non sfruttano la Licenza Individuale, bensì un accordo privato stipulato con Poste Italiane nei primi tempi della soppressione delle concessioni postali (Decreto del 1999).  

Tornando quindi alla nostra "rossa": che significato può avere questa affrancatura meccanica dato che TNT Post non consegna corrispondenza tradizionale di privati, direttamente a casa delle persone?
A questa domanda, sono finalmente riuscito a dare una risposta grazie al prezioso aiuto di Giulia Leone (resp. Idee & Parole che cura Ufficio Stampa TNT Post)  e alle risposte tecniche dell'A.D. Luciano Mangione. Tra TNT Post e Poste Italiane, infatti, intercorre un rapporto di collaborazione (un contratto vero e proprio, come dicevamo) attivo da alcuni anni, ed è nell'ambito di quest'ultimo che trova un senso la nostra busta e l'affrancatura meccanica "in nome e per conto di Poste Italiane".  

In pratica, accade che TNT Post consegni effettivamente a domicilio anche posta tradizionale. Ma questa posta (compresa quindi anche quella rientrante nella Riserva) viene gestita (raccolta, smistata, recapitata) "in nome e per conto di Poste Italiane", appunto. Cioè, nella zona di Milano, TNT Post opera come fosse una filiale di Poste Italiane, né più né meno! Naturalmente i clienti sono di TNT Post, che se li procura direttamente sul libero mercato.
A queste corrispondenze, però, si possono aggiungere anche quelle che Poste Italiane "cede" a TNT Post (per motivi logistici o di riduzione dei carichi di lavoro) provenienti da qualsiasi località italian e da consegnare nelle città servite dai postini arancioni dell'azienda milanese (in pratica, una lettera inviata da Bari a Milano, potrebbe esservi consegnata da un postino di TNT Post!).  

Ecco quindi svelato il significato dell'affrancatura meccanica da cui è partita tutta la nostra disquisizione: questa "rossa", che reca ben evidenti gli estremi dell'accordo di collaborazione con Poste Italiane, viene usata soltanto sulle corrispondenze che abbiamo detto appena qualche riga più sopra.
Da non confondersi, pertanto, con le altre affrancature meccaniche in uso presso TNT Post (di cui purtroppo non disponiamo di alcuna copia) che vengono stampate sugli invii destinati in tutta Italia e consegnati, come logico che sia, per il recapito a Poste Italiane (in particolare al CMP di Peschiera Borromeo).

Queste ultime, sono in pratica delle normalissime "rosse" come quelle utilizzate da migliaia di aziende, banche ed enti pubblici in tutta Italia. "Per il momento TNT Post", come ci conferma Luciano Mangione,  "non svolge alcun servizio ricompreso nel Servizio Universale, e quindi soggetto a Licenza Individuale, avendo adibito in esclusiva la sua organizzazione di recapito su Milano ed hinterland a servizi svolti in nome e per conto di Poste Italiane".

Questo significa che l'accordo con Poste Italiane è più che soddisfacente per TNT Post, che avrebbe (come pure tutti gli altri operatori del settore postale privato) molte poche possiblità di operare in concorrenza su un mercato in cui dilaga Poste Italiane.

Senza dimenticare la questione dei prezzi: un operatore privato che volesse offrire servizi di corrispondenza tradizionale all'interno della Licenza Individuale, dovrebbe attenersi ai limiti tariffari imposti per legge, avendo come concorrente Poste Italiane presente nello stesso settore con quegli stessi prezzi.
Cosa abbastanza disagevole, in un libero mercato (a meno che l'operatore privato non abbassi i prezzi!).

Fortunatamente si sta avvicinando la scadenza del 2009, quando la liberalizzazione del settore postale dovrebbe completarsi in modo definitivo e aprire nuove e più sicure chance per i privati.

Restano da spiegare le tariffe del più grande operatore privato italiano. Difatti, non svolgendo attività postale diretta come prevista dalla Licenza Individuale, TNT Post (l'abbiamo già detto) opera come se fosse una filiale di Poste Italiane: quindi incassa i soldi delle tariffe postali per riversarli interamente a Poste Italiane. Sarà quest'ultima, in un secondo momento, a versare a TNT Post quanto spettantegli dagli accordi di collaborazione. Diversa è la situazione per i servizi postali eseguiti in prima persona da TNT Post, ovvero la preparazione per conto terzi, di buste pronte per essere immesse nel circuito postale pubblico con recapito a cura di Poste Italiane.

Qui, le tariffe sono altrettanto chiare: il prezzo che TNT Post fa pagare al cliente finale comprende le spese di affrancatura (che vanno pagate interamente a Poste Italiane) e le spese per i servizi di imbustamento, etichettatura, consegna al CMP, e quant'altro.
TNT Post ha un ottimo sistema online per lo sviluppo di preventivi di spesa, cui si può far utile riferimento per comprendere meglio come si compongono le tariffe.  

NOTE

(1) come previsto dalle Norme Transitorie del Decreto Legislativo 22 luglio 1999, n.261 "Attuazione della Direttiva 97/67/CE concernente regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità del servizio", Art. 23, Comma 3

(2) Vedi definizione data nell'Art.3 del D.Lgs. 22 luglio 1999 n. 261, e aggiornamenti successivi

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