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Cronaca Filatelica: la vita nel sottosuolo, raccontata postalmente

L'ultimo numero di Cronaca (n.377, novembre 2010) svela per la prima volta al pubblico tre bozzetti di altrettanti francobolli mai nati, realizzati probabilmente tra gli anni '50 e '60, destinati a ricordare il duro lavoro nelle miniere. E ricorda, ancora una volta, come la comunicazione scritta, e quindi le lettere, proprio quelle utilizzate dai minatori cileni per comunicare con le famiglie durante i tre lunghi mesi sottoterra, svolgano tuttora un ruolo imprescindibile nelle relazioni umane. Su CF anche articoli sul Fermo Posta, sull'uso del telegrafo durante la presa di Porta Pia e sull'archivio Datini di Prato dedicato al grande mercante trecentesco.

Cronaca Filatelica: la vita nel sottosuolo, raccontata postalmente

Spesso non ci si ferma abbastanza a "leggere fra le righe". La superficialità e la velocità del vivere quotidiano impediscono di comprendere significati reconditi e di afferrare, seppur piccoli, dettagli semantici. Così ripensando a Cronaca Filatelica, la rivista delle fiorentine Edizioni Olimpia, verrebbe "solo" da pensare ad una rivista che... tratta di filatelia. Si pretende, anzi, che tratti di filatelia (in modo "scientifico", per alcuni, o artistico, per altri) del francobollo, il quale deve essere necessariamente al centro dell'universo filatelico e postale.

Un approccio che sembra tener conto più del francobollo come fonte di benessere personale, intimo, spesso ispirato al piacere del possesso, se non addirittura al vantaggio economico che ne può derivare, piuttosto che una finestra su un mondo vastissimo e poliedrico, fatto di cultura, relazioni sociali e condivisione di risorse e conoscenze.

Una lunga, giusta, premessa per presentare l'ultimo numero di CF (Novembre 2010), uscito purtroppo ancora una volta in ritardo, la cui copertina (come tutte le altre, del resto) è ispirata a fatti di "cronaca", quella vera del mondo reale, a dimostrazione che intorno al francobollo (anche quando di esso non v'è traccia) si innescano riflessioni profonde che evocano processi "postali" o pseudo-tali, che meritano comunque di essere sottolineati e studiati.

L'ultimo caso, per essere chiari, è quello dei minatori cileni sepolti per mesi in una cava sottoterra. Un'avventura a lieto fine che, insieme ai risvolti prettamente filatelici e postali (grazie anche ad un'apposita emissione delle poste cilene) ha consentito di riscoprire il piacere antico della "lettera" e della "scrittura". "Lettere dal sottosuolo: storie in bilico tra tragedia e salvezza" racconta del modo di comunicare nei primi giorni della tragedia cilena, l'unico modo possibile di far circolare notizie tra i disperati sottoterra e i familiari del "mondo di sopra".
Ma, come ricorda Danilo Bogoni, anche la "vita delle miniere" può essere raccontata postalmente, persino la morte di centinaia di minatori italiani a Marcinelle in Belgio o le tragedia d Ribolla e Monongah, storie tutte ricordate attraverso emissioni e annulli postali. E a dimostrazione che il Museo Postale dell'EUR è un pozzo senza fondo, ecco saltar fuori tre inediti bozzetti dentellati "pro minatori" (tutti con sovrapprezzo e raffiguranti il duro lavoro in miniera, oltre che Santa Barbara protettrice dei minatori) risalenti forse agli anni '50 e '60 e presentati per la prima volta su questo numero di CF.

E sempre a riprova che la storia delle comunicazioni è un settore vastissimo, nel quale il francobollo costituisce solo un capitolo, ecco Noè Castagnaro scrivere di "Francesco Datini, il mercante scrivano", ovvero dell'immenso patrimonio di corrispondenze sviluppate e raccolte dall'imprenditore pratese e risalenti al 1300, in cui anche all'occhio meno interessato destano curiosità i segni e il linguaggio postale dell'epoca. Un carteggio di enorme valore, affidato all'Istituto di Studi Storici e Postali (del quale viene intervistato il fondatore, Aldo Cecchi) e oggetto di studi e ricerche multi-disciplinari, dalla storia postale all'epistolografia, dalla sociologia alla diplomatica. Proprio come avviene nel libro di Elena Cecchi Aste "Di mio nome e segno. Marche di mercanti nel carteggio Datini, sec. XIV-XV" che, per esempio, illustra la struttura di una lettera trecentesca: si apre con l'invocazione religiosa "nel nome di Dio", seguita dalla data del giorno e da informazioni crono-geografiche circa il "movimento della posta".
Una miniera di informazioni sulla vita economica dell'epoca ma soprattutto sulle modalità con cui avvenivano le relazionali sociali anche a grandi distanze. A dimostrazione che il francobollo è solo un capitolo del grande libro della "storia delle comunicazioni umane". Che avvengono anche con mezzi non necessariamente postali.
Come difatti ben illustra Luigi Ruggero Cataldi nella rubrica Posta e postali quando parla di "Porta Pia: il telegrafo protagonista della storica presa" e del ruolo fondamentale che ebbe la tecnologia telegrafica nell'assicurare le comunicazioni tra i bersaglieri dell'esercito italiano, il generale Cadorna e il governo basato a Firenze, durante la battaglia a Porta Pia che portò i territori ex-papalini a riunirsi al Regno d'Italia, nato alcuni anni prima.

Ancora una bella "storia postale" quella raccontata da Federico Borromeo D'Adda sul "Ruolo della navigazione privata nelle Antille coloniali" durante una conferenza svolta a favore dei soci dell'Associazione Italiana di Storia Postale e che CF riprende in versione sintetica. Cristian F. Toccoli, invece, ripercorre la storia del "Fermo Posta", un servizio postale purtroppo "per nulla pubblicizzato da Poste Italiane" ma regolamentato sin dal 1915 e che recentemente (dal 24 agosto 2010) ha visto la tariffa balzare da 26c a 3 euro. Un servizio che più di un futurologo ha dichiarato a rischio scomparsa precoce e che invece continua a rimanere nel tariffario postale, utilizzabile proficuamente da chi viaggia spesso e non ha fissa dimora.

Tra le decine di pagine dedicate all'attualità filatelica, va segnalata naturalmente la notizia (ufficializzata durante l'ultima edizione di Romafil in ottobre) secondo cui "Anche il Vaticano si prepara a festeggiare i 150 anni dall'Unità d'Italia" con un'emissione che Pier Paolo Francini misteriosamente definisce "molto filatelica e molto postale", ma che ha l'indubbio significato, come rileva Danilo Bogoni, di costituire "un nuovo passo di riappacificazione" tra Vaticano e Italia.

Infine, le consuete stanze dedicate alla filatelia giovanile di Nino Barberis (che stavolta illustra come possano arrivare numerosi spunti collezionisti da fiere ed esposizioni) e all'andamento dei mercati di Sebastiano Cilio ("All'Asta Casati tutto esaurito per l'area italiana") secondo il quale in questo periodo è "forte l'interesse per gli scatoloni misti" ovvero per i lotti presenti in quantità nelle vendite all'incanto".

Cronaca Filatelica
N. 377, Novembre 2010, Anno XL
Edizioni Olimpia, Firenze
In edicola

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